Cronaca

La Corte Suprema ha chiuso i battenti per ferie, Girone bloccato in India fino a giugno

La Corte Suprema indiana ha chiuso i battenti per ferie e riaprirà il 28 giugno e non c’è nessun aggiornamento sull’iter per il rientro del fuciliere barese Salvatore Girone. Il premier Matteo Renzi, intervenuto nella città del marò, alla domanda de Il Tempo sui prossimi sviluppi, ha replicato con una dichiarazione d’ottimismo di maniera, citando il “rispetto delle tempistiche diplomatiche istituzionali”, formula che ha tanto il sapore dei refrain di un famoso film di Mario Monicelli. Insomma restano all’orizzonte le solite nubi e le costanti incertezze che hanno cadenzato la querelle dei militari pugliesi del San Marco, dal febbraio del 2012. Il presidente del Consiglio, a Bari per la firma del Patto metropolitano con il sindaco Antonio Decaro, ha confermato l’impegno dell’esecutivo nella crisi con l’India, ha rinnovato l’amicizia con il governo Modi ma non si è sbilanciato.

“Il caso Girone? Per Salvatore – ha detto Renzi – stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità affinché il rientro avvenga prima possibile, fermo restando l’amicizia nei confronti del popolo e del governo indiano”. E poi ha aggiunto: “Siamo pronti ad accogliere il rientro di Girone e molto contenti che il tribunale sia andato nella direzione giusta, nel rispetto delle tempistiche diplomatiche istituzionali, avendo il tribunale preso una decisione chiara”. Eppure due settimane fa aveva salutato così il pronunciamento del Tribunale arbitrale in Olanda per il rientro del fuciliere di Marina, a Nuova Delhi dal marzo 2013: “Felici per il rientro di Salvatore Girone”. Poi da Firenze aveva aggiunto: “Ho parlato con il marò Girone, che potrà tornare in Italia, della straordinaria notizia che arriva dal Tribunale de l’Aja. È un passo avanti davvero significativo al quale abbiamo lavorato con grande dedizione e determinazione”.

Dall’inizio di maggio il lavoro della Farnesina e del pool legale è proseguito con la consueta determinazione, ma passi in avanti non se ne sono registrati. La corsa contro il tempo, per arrivare a una soluzione positiva prima delle ferie dei magistrati del paese asiatico, non ha portato i frutti sperati. Di sicuro la Suprema Corte indiana, nonostante i messaggi di amicizia e cordialità inviati da Palazzo Chigi al premier Modi, non ha ancora esaminato l’istanza italiana per il rimpatrio di Girone, procedura che avrà delle affinità con quella recepita dai magistrati di Nuova Delhi per i permessi concessi a Massimiliano Latorre, e prevederà la presentazione di una serie di garanzie da parte del governo italiano nonché obblighi per il fuciliere (attualmente costretto alla firma presso un commissariato nella capitale indiana).

Sul fronte politico, Elio Vito, deputato di Forza Italia, già presidente della Commissione Difesa, chiederà al ministro Roberta Pinotti delucidazioni: “Stante la soddisfazione per la decisione del tribunale dell’Aja al quale il governo si era rivolto con ritardo – ha puntualizzato il forzista – ancora una volta mancano notizie sul percorso che deve portare al rientro di Girone. Per questo presenterò una ulteriore interrogazione al ministro della Difesa, al fine di avere avere notizie e garanzie sulle iniziative che vengono assunte”. Dall’India intanto arriva la notizia della vittoria nel Kerala (regione nella quale iniziò questa vicenda) dei comunisti del Fronte democratico della Sinistra, forza politica intransigente nella contesa per la libertà dei marò. L’estrema sinistra è sempre stata contraria a ogni dialogo costruttivo con l’Italia.

Pubblicato da
redazione