La crescita della Cina ai minimi storici, mai così dagli anni ’90

La crescita della Cina ai minimi storici, mai così dagli anni ’90
Li Keqiang
5 marzo 2022

Crescita ai minimi storici per la Cina: il premier Li Keqiang ha rivisto al ribasso le previsioni per il 2022, fissandole al 5,5%, contro il 6% delle stime precedenti. Un tasso che è il più basso dai primi anni ’90, agli inizi del grande boom cinese. L’annuncio è giunto durante la riunione del Congresso Nazionale del Popolo, il parlamento cinese il cui compito è essenzialmente di ratificare decisioni già prese dall’esecutivo. “Gli obiettivi principali di sviluppo nelle proiezioni per quest’anno sono i seguenti: crescita del pil intorno al 5,5%…”. 

Li non ha nascosto le sfide che attendono il colosso asiatico, alle prese con le conseguenze di una bolla del mercato immobiliare con ricadute a catena e con la pressione della crisi demografica: in Cina nascono così pochi bambini che il governo ha dovuto prevedere aiuti e incentivi alle nascite, un autentico stravolgimento rispetto alla storica politica del figlio unico. “Saremo anche molto chiari sui problemi e le sfide davanti a noi. Il contesto estero è sempre più complesso, grave e incerto. Nel perseguire lo sviluppo economico, la Cina è sotto la triplice pressione di una contrazione della domanda, la perturbazione dei canali di approvvigionamento, e il calo delle aspettative e delle previsioni”.

Li non ha mai nominato apertamente l’invasione russa dell’Ucraina, su cui la Cina cerca di non esprimersi e non ha emesso condanne per non turbare l’alleanza politico-diplomatica con la Russia. Ma ha sottolineato la decisione di voler “potenziare la leadership del partito in tutti gli aspetti militari, rafforzando l’addestramento e la capacità di mobilitazione”. Il premier ha anche insistito su due temi oggetto di tensione con l’occidente: Hong Kong e Taiwan. Il partito comunista – ha detto – intende sostenere un governo di patrioti (cioè deciso da Pechino) nell’ex colonia britannica, e si opporrà a qualsiasi ipotesi di “indipendenza di Taiwan” (che de facto è indipendente da decenni, ma che la Cina pretende essere parte del suo territorio), contrastando quelle che ha definito “interferenze straniere” su questo tema.

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