La cultura è una scelta non un lusso. Vedi Google

16 febbraio 2014

Mai come in questo periodo storico, in cui l’economia, le nuove tecnologie e il processo scientifico la fanno da indiscussi padroni, l’arte, la cultura e la conoscenza sono viste dai più come interessi elitari, estremamente distanti dalla vita quotidiana, quasi fossero beni voluttuari inaccessibili, di cui solo pochi privilegiati – economicamente e/o intellettualmente – possono godere e, nel peggiore dei casi, ostentare. Ma, realmente, la cultura è un lusso che solo alcuni eletti posso permettersi? La riposta non può che essere negativa: la curiosità, madre di ogni forma di cultura ed arte, è una scelta, non un lusso. Dello stesso avviso pare essere Google, che, sin dal 2011, porta avanti, sebbene in sordina, un progetto ambiziosissimo: il Google Art Project (www.google.com/culturalinstitute/project/art-project)

Trattasi di un enorme portale-contenitore di arte e bellezza proveniente da ogni angolo della terra. Fine ultimo di questa nobile creazione è quello di riuscire a rendere accessibile a chiunque, in qualunque luogo e momento, l’intero patrimonio culturale umano, regalando così la possibilità di visite virtuali a 360° in ogni museo esistente e di offrire la diretta osservazione delle più grandi opere d’arte del globo. Il tutto a costo zero. Certo, il percorso è piuttosto impervio, poiché riuscire a mappare l’intera creazione artistica umana non è cosa semplice nemmeno per il colosso Google. Ciò nonostante, gradualmente, mese dopo mese, vengono aggiunti alle offerte già presenti – come ad esempio, il Metropolitan Museum of Art, la National Gallery, Versailles e i nostrani Uffizi – sempre più musei, sculture, dipinti ed ogni altra espressione d’arte (da ultima, la splendida Reggia di Venaria Reale e tesori annessi, tra cui il Bucintoro dei Savoia, l’unica imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo). È il compimento dell’effettiva democratizzazione della cultura: con un unico click vengono eliminati ostacoli di ordine economico, spaziale e temporale. Non esistono problemi di raggiungibilità, interminabili file per l’accesso ai musei, o costo dei biglietti eccessivamente oneroso.

Se, da un lato, ciò costituisce una vera e propria rivoluzione grazie alla diffusione potenzialmente illimitata di conoscenza e bellezza attraverso la completa e libera fruibilità del patrimonio artistico mondiale, dall’altro non si può che osservare che per avvertire davvero per sè un autentico arricchimento culturale, non è sufficiente poter osservare – virtualmente o realmente che sia – prodotti artistici di incommensurabile bellezza, se non si ha il desiderio di approfondire, conoscere realmente, entrare in dialogo. Insomma, andare oltre la semplice immagine. Il rischio è che questa enorme finestra sulla cultura si riduca ad un muta vetrina di “fast-art” anziché fungere da prezioso spunto per approfondimenti e per una reale comprensione dell’arte: non basta, quindi, una fotografia virtuale, per quanto meravigliosa possa essere, a regalare un’esperienza estetica, il vero significato artistico. Se così fosse, senza una vera esperienza di conoscenza, di lì a qualche attimo si finirebbe per avere un’immagine sbiadita nella memoria e nulla di più. Invece, affinché le pennellate rimangano vivaci occorre che abbiano regalato qualcosa alla vita dell’osservatore. Pertanto è necessario possedere la curiosità di documentarsi per scoprire il significato delle opere stesse, al contesto storico-sociale in cui vanno inserite, a quale visione artistica appartengano e, perché no, confrontare le riflessioni/sensazioni vissute grazie all’arte con altri punti di vista, persino opposti ai propri.

Solo in tale accezione, l’Arte, inesauribile ricerca nata dalla visione di un’opera ma orientata oltre la sua apparenza, può considerarsi “bene di lusso”. C’è da augurarsi vivamente che la democratizzazione culturale realizzata da Google Art project, e da altri straordinari progetti analoghi, abbia come diretta conseguenza la diffusione della cultura come lusso e che non comporti, invece, attraverso la sola mercificazione, una perdita di lustro della stessa. www.tafter.it

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