L’1 maggio si celebra la giornata della ‘Festa dei lavoratori’ ma in molti manifesti campeggia la scritta ‘Festa della Solidarietà’. Il lavoro, infatti, grazie alla Renzi & C. sembra essersi trasformato in solidarietà. L’Istat auspica cifre sempre più positive sugli occupati per dar fiato al premier Renzi in modo da pavoneggiarsi sulla sua riforma del lavoro, sapendo però bene che è solo gettare fumo negli occhi degli italiani. Registrare un dato dei disoccupati che balla tra l’11,7% e il 12%, per il premier sembra una grande conquista. Parte del Pd e di sindacalisti della Cgil – che hanno messo il bavaglio al loro Landini della Fiom – vecchi e nuovi alleati del premier, e adesso Berlusconi, Casini, Monti, Napolitano e Mattarella: sono tutti a tifare per la missione renziana. Si ha l’impressione che nessuno abbia una vera spina dorsale per contrastare il presidente del Consiglio. Ieri Renzi, ancora una volta oggi è tornato in Sicilia. L’occasione, la firma del Patto per lo sviluppo per Catania e Palermo. Uno scenario dal sapore berlusconiano, antica metodologia mediatica: anche Berlusconi, infatti, firmò da Vespa il patto con gli italiani e poi i suoi alleati, con Casini e Fini in testa, bloccarono tutto quello che il Cavaliere aveva in proposito di fare.
Anche Renzi ha i suoi alleati. Ha già mandato in avanscoperta il miracolato Casini, per dirne una, genero del palazzinaro siculo-romano Caltagirone, per tessere la tela per far saltare il banco di quello che fu il centrodestra. E così l’ex presidente della Camera, senza più una forza elettorale e un partito, cerca di recuperare Berlusconi alla causa comune con Renzi. Ed invoca un partito dei moderati, anche se ormai il ceto medio e quello medio-basso è ‘incazzato’ e non più disposto alle illusioni di Casini e dei suoi accoliti che lo invocano solo per soddisfare le proprie esigenze e non quelle del popolo italiano. E Casini e la sua banda lo hanno ampiamente dimostrato in questi ultimi venti anni. Solo posizioni politiche di comodo e ricattatorie. Mai sembra che si siano accorti dei problemi dei cittadini. L’1 maggio, in sostanza, c’è poco da festeggiare. Il manifesto ‘Festa di Solidarietà’ la dice lunga. C’è poco da commentare. Casini, Verdini, Marchini, Fini, oggi più che mai in cerca di affari e poltrone. E, purtroppo, Berlusconi non se ne accorge oggi come non se ne accorto da oltre vent’anni, che questa gente sa solo ‘ricattare’ a livello politico per una propria convenienza. E basta. Altro che conflitto di interessi. Buon primo maggio, il lavoro può attendere. Intanto, festeggiamo la solidarietà. MDR