La Giannini spegne gli entusiasmi: “Medicina a Enna? Nessuna autorizzazione”
UNIVERSITA’ Il ministro: “Abbiamo diffidato tutti i soggetti coinvolti”. Crisafulli: “Non decide governo”. Sindacato medici: vicenda “grottesca”
“L’istituzione di un’universita’ non e’ un atto di fantasia e non puo’ avvenire per libera iniziativa di privati cittadini, ma seguendo un percorso preciso, in questo caso del tutto inesistente”. Cosi’ il ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, Stefania Giannini, commenta la notizia dell’apertura ad Enna di una sede della facolta’ di Medicina dell’Universita’ romena ‘Dunarea de Jo’ di Galati. La titolare del dicastero di viale Trastevere ha poi aggiunto: “Forse e’ il caso di fare chiarezza, soprattutto per quei 60mila studenti che si stanno preparando in questi giorni al test di ammissione a Medicina, e ai quali mando il mio ‘in bocca al lupo’: non c’e’ l’ingresso a gamba tesa di un nuovo soggetto e i posti per Medicina rimangono quelli stabiliti”. Giannini ha quindi precisato: “Noi oggi abbiamo diffidato tutti i soggetti coinvolti” nell’annunciata istituzione del corso, dal rettore della Kore, ai vertici della Fondazione Proserpina al presidente della regione siciliana “a non fare nulla, a stare inattivi prima che il ministero abbia chiarito gli eventi perche’ nessuno ha chiesto l’autorizzazione ne’ ha avviato le procedure previste”.
SINDACATO MEDICI Dura presa di posizione del Sindacato dei Medici Italiani. Per Pina Onotri, segretario generale Smi, questa vicenda “è grottesca”. “Non sono chiari i fatti, ma se fosse confermato il progetto di aprire una facoltà di medicina di un altro stato, in questo caso la Romania, assisteremmo – afferma – a un’operazione che danneggia i giovani studenti e i futuri medici del nostro Paese, ma anche a un uso spregiudicato delle risorse e delle strutture pubbliche. Che senso ha calcolare il fabbisogno di medici ogni anno e, quindi, mantenere il numero chiuso – aggiunge – e poi permettere che questo sbarramento si possa raggirare iscrivendosi in una facoltà straniera, sempre in Italia. La logica dei furbetti è da respingere, i ministeri competenti impediscano questa operazione”.
CRISAFULLI Intanto, l’ex parlamentare Pd, Mirello Crisafulli ci crede. “E’ un’operazione tendente ad allargare l’offerta formativa in Sicilia – dice – e a dare risposte a tanti ragazzi che vogliono iscriversi a Medicina”. “Ci sarà – ha assicurato – intervenendo a una trasmissione su Radio Uno – il numero chiuso e per essere ammessi dovrà essere superato un test d’accesso. Un numero chiuso che fa riferimento a norme europee perché ormai il titolo di studio è europeo”. I corsi si faranno in lingua romena, con prof rumeni e le tasse saranno intorno ai 9.000- 9.5000 euro ha aggiunto Crisafulli. “Il progetto – ha detto ancora Crisafulli – è stato approvato dalla Regione Siciliana. Non tocca la programmazione italiana e non rientra nelle scelte del governo italiano. Abbiamo fatto una convenzione con la Regione per utilizzare per il praticantato le strutture delle cliniche ospedaliere”.