Economia

La Gkn licenzia 422 persone via mail, insorgono sindacati

Licenziati via email 422 lavoratori dell’azienda Gkn. Secondo la multinazionale inglese che produce componentistica per automobili e per l’aerospazio, le “più recenti stime”, nel 2025 la produzione di veicoli leggeri in Italia “non supererà 1” milione, livello inferiore di circa il 6% rispetto “addirittura” rispetto al 2016, e le previsioni di fatturato dello stabilimento di Campi Bisenzio, dove si producono componenti per auto, per il 2025, si attestano a un livello di circa 71 milioni di euro, “inferiore di circa il 48%” rispetto ai livelli di fatturato del 2019, cioè prima della crisi pandemica. Spiega così l’azienda nella lettera di apertura delle procedure di licenziamento inviata a tutti i 422 lavoratori dell’azienda.

La Gkn parla di una “complessiva non sostenibilità dello stabilimento” che si basa su diverse ragioni addotte dalla società: il crollo delle vendite di un mercato automobilistico che ha subito “profondi cambiamenti”, che hanno “raggiunto una dimensione strutturale” e che vedono una “feroce competitività”, situazione, si lamenta l’azienda nella lettera, “irrigidita anche dai vincoli dovuti alle politiche ambientali”. La società non manca di citare anche l’emergenza Covid che ha “amplificato ulteriormente” la situazione. Servono dunque, secondo Gkn, l’adozione di “decisioni e azioni correttive immediate e predittive dei nuovi trend pur di restare nel mercato e non venire espulsi”. In Italia, prosegue l’azienda, c’è stata una “drammatica accelerazione della stagnazione di un mercato già in sofferenza” e rispetto al 2020 dove le oscillazioni variavano di mese in mese anche di molti punti percentuali (16%)”, ora le “proiezioni hanno assunto un carattere più definitivo con un dato di invarianza, di mese in mese, prossimo all’1%”.

Insorgono i sindacati. “I lavoratori non sono merci – affermano il segretario della Cisl Luigi Sbarra e il segretario della Fim Cisl, Roberto Benaglia -. E` intollerabile il comportamento di questa multinazionale che dimostra di pensare solo al profitto, non rispettando gli accordi ed a quanto pare con la prospettiva di delocalizzare le produzioni. Il sindacato non permetterà questa ennesima barbarie. Il Governo ha il dovere di intervenire in maniera forte e decisa. Le associazioni datoriali devono farsi parte attiva per governare con gli accordi sindacali e la necessaria sensibilità sociale i processi di cambiamento nell`industria”, concludono.

“Il governo e le associazioni datoriali a partire da Confindustria facciano rispettare l’accordo che abbiamo firmato” a Palazzo Chigi sul tema dei licenziamenti, afferma il leader della Cgil, Maurizio Landini. L’accordo aveva “lo scopo di dire che c’è Cig gratuita per chi ha problemi, che utilizzi quella prima di licenziare. Il problema oggi è quello di farlo applicare in tutte le sue parti e questo vuol dire che anche i firmatari di quell’accordo devono assumersi queste responsabilità e assieme a noi e ai lavoratori devono agire perché le imprese che hanno fatto scelte sbagliate tornino alla logica che è quella del nostro paese: ci sono strumenti per affrontare” i problemi “senza ricorrere a licenziamenti” conclude Landini.

E mentre il ministro Orlando si è affrettato a dire che al Ministero del Lavoro si è già al lavoro per capire i termini della vicenda e agire di conseguenza, i sindacati accusano quest’ultimo di immobilismo e incapacità di autorevolezza nei confronti delle multinazionali. “Diciamo a Draghi e ai suoi ministri: una soluzione va trovata ora, non fra qualche anno. Il problema dovrebbero conoscerlo, ci sono multinazionali che arrivano, prendono, consumano territorio e scappano lasciando macerie sociali. In Italia possono farlo, non è così in altri paesi anche a noi molto vicini, si provveda”, aggiungono i sindacati.
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