Gran Bretagna con un piede fuori dall’Ue, ora tocca al parlamento britannico

Gran Bretagna con un piede fuori dall’Ue, ora tocca al parlamento britannico
Angela Merkel, Theresa May e Emmanuel Macron
25 novembre 2018

Il Consiglio Ue “approva l’accordo sul ritiro del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall’Unione europea e dalla Comunita’ europea dell’energia atomica” e “invita la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio a prendere le misure necessarie per garantire che l’accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da prevedere un ritiro ordinato”. Sono le conclusioni del Consiglio straordinario su Brexit conclusosi oggi a Bruxelles e che ufficialmente dà il via libera al Regno Unito a uscire dall’Europa. Dunque, come ha annunciato lo stesso presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il vertice europeo straordinario sulla Brexit “ha approvato l’accordo di uscita e sulla dichiarazione politica sulle relazioni future fra Unione europea e Gran Bretagna”.

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Tuttavia, Tusk, ha sottolineato che “di fronte a noi c’e’ un difficile processo di ratifica” dell’accordo di recesso del Regno Unito e “nuovi negoziati”. Ma col Regno Unito “resteremo amici fino alla fine dei giorni, e anche un giorno di più”, ha concluso. “Questo è il miglior accordo possibile, il solo possibile”: il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha avvertito i deputati britannici che se il Parlamento dovesse bocciare l’intesa approvata oggi dal Consiglio europeo non ve ne sarà un’altra. “Invito tutti coloro che dovranno ratificarlo alla Camera dei Comuni a tenere conto di questa realtà – ha aggiunto – Juncker -. “Non credo che la Gran Bretagna sarà un Paese terzo nel senso in cui lo sono gli altri: fra di noi esiste come il residuo di un amore”.

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Per la premier britannica, Theresa May, la giornata di oggi “è il culmine di un processo lungo e difficile”. May ha voluto spiegare in poche parole che cosa significhi l’accordo: “Primo, il controllo delle nostre frontiere: la libera circolazione finirà. Secondo, il controllo dei nostri soldi, non vi sarà più alcun pagamento annuale all’Ue, il denaro potrà essere speso per le priorità del Paese; terzo, la fine della giurisdizione della Corte di giustizia europea”. L’accordo quindi “rispetta l’esito del referendum su frontiere, finanze e leggi”; inoltre, ha concluso May, l’accordo assicura l’assenza di frontiere rigide in Irlanda del Nord, protegge gli interessi dei cittadini dell’Ue che si trovano già in Gran Bretagna e preserva gli accordi di cooperazione sulla sicurezza con Bruxelles. “Sono concentrata sull’assicurarmi che quando i parlamentari voteranno su questo accordo si rendano conto dell’importanza di realizzare la Brexit – ha proseguito la premier britannica -. Questo e’ fondamentale”.

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In altri termini, “non appoggiare l’accordo ci porterebbe indietro a piu’ divisioni e incertezza. Credo che per il Regno Unito sia arrivato il momento di andare avanti, e questo e’ l’unico accordo possibile, com’e’ stato reiterato oggi”, ha insistito May. “Credo che non dovrebbe esserci un secondo referendum” sull’uscita del Regno dall’Unione, aggiungendo: “Abbiamo dato la possibilita’ di scelta ai britannici e loro hanno votato per uscire dall’Unione europea, ora dobbiamo realizzare questa volonta’. E’ una questione che riguarda la fiducia dei cittadini nella politica”. E così la May ha rinnovato l’appello all’unita’ della nazione a sostegno dell’accordo per inaugurare un periodo di “rinnovamento e riconciliazione nazionale” e che comunque dovrà ricevere il via libera del parlamento britannico, approvando l’accordo. A tal proposito, la May ha annunciato che “prima di Natale i parlamentari voteranno su questo accordo. Sta a loro decidere se muoversi verso un futuro piu’ brillante o aprire la porta ad un nuovo periodo di nuova incertezza”. “Se qualcuno pensa che sia possibile un altro accordo, si sbagliano, Questo e’ l’accordo sul tavolo, ed e’ l’unico possibile” ha concluso.

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Ma la strada per la May è tutt’altro che in discesa. Il Dup, principale partito unionista nordirlandese e stampella del governo del premier conservatore Theresa May, potrebbe mettere fine alla sua cooperazione con l’esecutivo se l’accordo sulla Brexit – approvato questa mattina dai Ventisette a Bruxelles – dovesse superare anche lo scoglio del Parlamento britannico. Arlene Foster, la leader del Dup, intervistata dalla Bbc ha sottolineato che se May intendesse porre la questione di fiducia il suo partito deciderà sul da farsi, ma non si è impegnata a sostenere la premier. Dura anche la reazione del leader del laburisti britannici, Jeremy Corbyn, che boccia l’intesa raggiunta dalla premier Theresa May su Brexit, giudicandola un “cattivo affare per il Paese che mette a rischio i posti di lavoro e gli standard di vita”. Ed ha annunciato quindi di voler lavorare con gli altri membri dell’opposizione per “evitare un no deal e garantire che il piano alternativo del laburisti per un accordo ragionevole per riunire il Paese sia sul tavolo”. Il capo dell’opposizione ha puntellato che l’accordo di May “sia il peggiore in assoluto”.

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La Brexit dimostra che l’UE e’ “fragile” e ha bisogno di una “rifondazione” ha sottolineato il presidente francese Emmanuel Macron. “E’ un momento grave per l’Unione europea: dimostra -ha proseguito Macron- che l’Unione europea ha una quota di fragilità” e deve “essere migliorata”. “Per la prima volta la posizione della Spagna su Gibilterra diventa la posizione dell’Ue”, ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez al termine del Consiglio europeo straordinario sulla Brexit, annunciando di aver ottenuto una dichiarazione congiunta della Commissione europea e dei leader Ue che blinda la posizione negoziale della Spagna rispetto alle trattative dell’Ue con il Regno Unito sul futuro della Rocca. “Gibilterra e’ esclusa dal negoziato generale del Regno Unito con l’Ue”, ha spiegato Sanchez, aggiungendo che le dichiarazioni politiche di oggi prevedono “la richiesta di un assenso preliminare di Madrid per i negoziati futuri dell’Ue su Gibilterra” e “si riferiscono specificamente all’obbligo di rispettare l’integrazione territoriale degli Stati membri Ue”. L’accordo sulla Brexit “e’ ragionevole”, pur “nella tristezza che rappresenta questo giorno per gli europeisti, la perdita del Regno Unita e’ significativa”, ha sottolineato Sanchez.

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Per la Cancelliera tedesca Angela Merkel, “questa è una giornata storica, che lascia dietro di sé dei sentimenti contrastanti: da un lato è tragico che la Gran Bretagna lasci l’Unione Europea”, ma dall’altro è servita a dare all’Ue una nuova unità. “Possiamo essere forti solo se difendiamo insieme i nostri interessi, e questa è stata una esperienza positiva: mi sento molto triste, ma anche sollevata al pensiero che siamo riusciti a raggiungere questo obbiettivo”, ha continuato Merkel, che si è rifiutata di fare ipotesi su quale sarebbe l’atteggiamento di Bruxelles se il Parlamento britannico dovesse bocciare l’accordo: “Queste sono speculazioni ed è molto difficile dare una risposta”.

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