La Grecia torna alle urne domani, 25 giugno, per nuove elezioni legislative, che potrebbero vedere il partito conservatore Nuova Democrazia superare la soglia cruciale del 40% dei voti con la quale avrebbe la certezza di una maggioranza assoluta in parlamento – grazie al ‘bonus’ elettorale previsto in questo scrutinio di domenica. Il 21 maggio, in occasione delle precedenti elezioni, Nuova Democrazia aveva ottenuto il 40,8% dei voti, oltre 20 punti in più del suo principale oppositore, il partito di sinistra Syriza dell’ex primo ministro Alexis Tsipras che ha subito una netta sconfitta. Tuttavia, questo risultato non gli ha consentito di formare un governo stabile, avendo escluso la costruzione di una coalizione con un partner di minoranza.
Questa volta le elezioni si svolgeranno con un diverso sistema di voto che concederà al partito vincitore un “bonus” di fino a 50 seggi. A maggio vigeva invece un sistema proporzionale semplice e la destra ha conquistato 146 seggi contro i 151 di cui aveva bisogno per poter formare da sola un governo stabile. Il presidente di Nuova Democrazia e primo ministro uscente, Kyriakos Mitsotakis, ha ribadito la sua ambizione per queste seconde elezioni. “Vogliamo un mandato forte per un governo stabile per attuare il nostro programma, che non si può fare con una maggioranza ristretta”, ha detto Mitsotakis, che è salito al potere nel 2019.
I circa 10 milioni di elettori tornano alle urne pochi giorni dopo il naufragio al largo di Pylos che ha causato la morte di centinaia di migranti, che ha sollevato forte critiche sulle modalità di intervento delle autorità greche. Ma la tragedia nel Mediterraneo, scrive Ekathimerini, non ha intaccato il vantaggio di 20 punti di Mitsotakis su Syriza registrato dai sondaggi. Indebolito, Tsipras ha riconosciuto che le elezioni del 21 maggio sono state “uno shock doloroso” per Syriza, ma ha promesso di lottare per le prossime elezioni. Rispetto alle precedenti elezioni, nel 2019, Syriza ha perso 11,5 punti percentuali.
La campagna si conclude questa sera con gli ultimi grandi meeting. In questo breve periodo pre-elettorale, i principali temi dibattuti sono stati l’immigrazione e le questioni economiche. Il potere d’acquisto in calo, inflazione e bassi salari sono le preoccupazioni principali dei greci, che hanno dimostrato, con il basso score di Syriza di maggio, di voler decisamente voltare la pagina dei piani di aiuto e delle crisi finanziarie. Al contrario, si sono mostrati sensibili ai risultati economici di Nuova Democrazia: disoccupazione in calo, crescita intorno al 6% lo scorso anno, ritorno degli investimenti e impennata del turismo.
I sondaggi prevedono una netta vittoria della destra, data tra il 40 e il 45%, mentre Syriza si attesterebbe tra il 17 e il 20%; la terza forza politica, il partito socialista del Pasok, è data intorno all’11-12%. Il consenso di cui gode Mitsotakis non sembra essere stato stato intaccato dalla tragedia di Pylos, avvenuta il 14 giugno scorso, quando un peschereccio con a bordo fino a 800 migranti è naufragato a sud del Peloponneso.
Dopo la laurea in Scienze Sociali e Integrazione Europea presso le prestigiose università di Harvard e Stanford (USA), Mitsotakis ha lavorato come analista e manager finanziario a Londra e Atene. Il suo salto in politica è arrivato nel 2004, quando è stato eletto deputato per i conservatori di Nuova Democrazia (ND).
Dal 2016 e’ presidente di ND. Nel luglio 2019 è riuscito a sconfiggere l’allora premier, l’uomo di sinistra Alexis Tsipras, dopo aver raggiunto il 40% dei voti, che gli ha permesso di governare con la maggioranza assoluta fino allo scorso maggio. Nelle elezioni del 21 maggio è tornato a raggiungere il 40%, ma il sistema elettorale allora applicato – senza il premio per il vincitore – ha finora fatto si’ che non ottenesse seggi sufficienti per governare.