La guerra “mostruosa” di Bashar al Assad: bombe anti-bunker su Aleppo

La guerra “mostruosa” di Bashar al Assad: bombe anti-bunker su Aleppo
27 settembre 2016

di Corrado Accaputo

Una campagna militare “mostruosa” per riconquistare Aleppo. Un’operazione senza precedenti, con il contributo dei caccia russi, contro una città allo stremo. L’offensiva voluta da Bashar al-Assad è partita giovedì. Negli ultimi giorni ha subito un’accelerazione ed ha cambiato natura. Gli aerei di Mosca e Damasco hanno sganciato sulla seconda città della Siria nuovi ordigni incendiari e bombe anti-bunker. Una capacità di penetrazione mai usata prima. Sul suolo crateri profondi anche cinque metri. “Non c’è più un posto dove ripararsi” ha spiegato Ammar al-Selmo, capo della difesa civile di Aleppo. “Queste nuove bombe sono talmente potenti da scuotere e far crollare gli edifici anche se non sono colpiti direttamente. La gente non può più nascondersi, neppure sotto terra”. Assad ha chiesto un’offensiva che possa rimanere “nella storia”. “Catturare Aleppo sarebbe molto vantaggioso per Assad, che consoliderebbe il suo controllo sulla cosiddetta ‘Siria efficace’. Ma sarebbe necessaria una campagna mostruosa. Un’atrocità di questo tipo resterebbe nella storia”, ha precisato all’Independent una fonte diplomatica vicina al processo di pace.

E la Russia sta utilizzando tutta la sua potenza di fuoco per aiutare il regime siriano a riprendere il controllo della città. A Mosca sarebbe venuta meno la fiducia in una collaborazione con gli Stati uniti per una soluzione della crisi nel Paese. “Non credono più alla possibilità di cooperare con Washington sulla Siria”, ha commentato Fabrice Balanche, specialista di Siria al Washington Institute. “E’ la guerra totale, perché Mosca non crede più che Washington sia capace di fare qualunque cosa in Siria per mancanza di volontà o incapacità”. L’obiettivo – che secondo gli esperti è di Assad quanto di Putin – è accordare al presidente siriano “una vittoria decisiva” ed “eliminare ogni alternativa, privando l’opposizione di quella che considera la propria capitale”. E dopo avere chiuso il capitolo con la sacca di resistenza ancora presente ad Aleppo – commenta Igor Sutyagin, esperto di Russia al Royal United Service Institute di Londra – non resterà che conquistare la provincia di Idlib per ridare definitivamente slancio a immagine, autorevolezza e potere di Assad.

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Un percorso ambizioso, e per Assad non percorribile senza l’aiuto di Mosca, partito da Aleppo. La città è al tappeto, interi quartieri sono stati rasi al suolo. Le riserve di acqua, cibo e medicine prosciugate. E poi, i morti. Una strage di combattenti e civili, più di 320 negli ultimi quattro giorni. Le “Al-qanabil al-irtijajiya” hanno fatto la loro parte. Sono le bombe anti-bunker. Quelle in dotazione ai caccia di Mosca possono pesare anche oltre una tonnellata e penetrare due metri nel cemento armato. La Russia non ne ha mai ammesso l’uso, ma al Consiglio di sicurezza di domenica Stati uniti e Gran Bretagna hanno accusato Mosca di avere adoperato “contro case e rifugi antiaerei” esplosivi “più adatti a distruggere installazioni militari”. Una campagna che ha portato al collasso anche il sistema sanitario cittadino. Secondo fonti locali, solo otto ospedali restano ormai parzialmente operativi ad Aleppo. Ma i medici scarseggiano, molti sono fuggiti. Non c’è più sangue per le trasfusioni, i feriti più gravi vengono direttamente amputati. “C’è carenza di tutte le forniture mediche in città, mancano medicine per le urgenze, materiale chirurgico e ortopedico”, ha spiegato in conferenza stampa a Ginevra, Abd Arrahman Alomar, coordinatore della Società medica americano-siriana. Un’ostetrica e due pediatri si occupano di donne in stato di gravidanza e bambini. Tutto il resto è l’immagine di una città che non esiste più, una città fantasma su cui il presidente siriano vuole rimettere le mani. “Senza Aleppo, Assad è un mezzo presidente”, è la riflessione di Fabrice Blanche. “Per governare davvero, Assad ha bisogno di Aleppo”. (foto, Vladimir Putin, Bashar Assad e Barack Obama)

 

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