La leader della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, fa tappa a Taiwan e scatena l’ira della Cina. “Oggi la nostra delegazione è venuta a Taiwan per rendere chiaro in modo inequivocabile che non abbandoneremo il nostro impegno nei confronti di Taiwan e che siamo orgogliosi della nostra amicizia”. Con queste parole la leader della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha chiarito le ragioni della sua scelta di recarsi in visita a Taipei, nonostante la ripetuta contrarietà di Pechino, che considera Taiwan parte del suo territorio ed ha annunciato esercitazioni militari di ritorsione. “Vogliamo che Taiwan abbia sempre libertà con sicurezza, non ci stiamo tirando indietro”, ha aggiunto parlando a fianco della presidente Tsai Ing-wen, che l’ha ricevuta nella capitale. “Siamo sostenitori dello status quo, non vogliamo che nulla succeda a Taiwan con la forza”. Pelosi, che è arrivata nel pomeriggio di ieri ora italiana – quando a Taipei erano circa le 22 – ha iniziato la giornata visitando il parlamento di Taiwan, dove ha avuto modo di incontrare alcuni legislatori taiwanesi di diversi partiti. Quindi è stata accolta dal vicepresidente del Parlamento Tsai Chi-chang, che ha ringraziato Pelosi per la sua visita, salutandola come una “luce guida” nella salvaguardia dei diritti umani. Da parte sua, la speaker della Camera Usa, con una citazione di Tiananmen, ha ricordato il suo sostegno di lunga data ai diritti umani, facendo riferimento al suo precedente viaggio in Asia del 1991 quando mostrò un piccolo striscione a Pechino dedicato “a coloro che sono morti per la democrazia in Cina”.
Pelosi è stata quindi ricevuta dalla presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, che le ha conferito la più alta onorificenza civile di Taiwan, assicurando che Taipei farà “qualunque cosa sia necessaria per rafforzare la sua capacità di autodifesa”. Tsai ha osservato come l’isola debba fronteggiare “una minaccia militare deliberatamente accresciuta”: ma “non ci tireremo indietro”, ha detto. “Sosterremo fermamente la sovranità della nostra nazione e continueremo a mantenere la linea di difesa della democrazia. Allo stesso tempo desideriamo cooperare e lavorare in unità con tutte le democrazie del mondo per salvaguardare insieme i valori democratici”. La presidente di Taiwan ha quindi spiegato che “le esercitazioni militari” cinesi, annunciate in rappresaglia alla visita di Pelosi, sono una reazione non necessaria”: Taiwan è “impegnata a mantenere lo status quo attraverso lo Stretto di Taiwan”, ha aggiunto la presidente, parlando al fianco della sua ospite statunitense. D’altra parte, il governo di Taiwan ha emesso una forte condanna dei piani cinesi di esercitazioni antincendio in località intorno all’isola, attualmente la principale risposta di Pechino alla visita di Pelosi. Tali esercitazioni “hanno invaso lo spazio territoriale di Taiwan” e “equivalgono a un blocco dello spazio aereo e marittimo di Taiwan”, hanno affermato i militari. Il ministero della Difesa taiwanese da parte sua ha affermato che i suoi militari avrebbero “contrastato qualsiasi mossa che violasse la sovranità territoriale di Taiwan”.
Pelosi ha elogiato Taiwan come una delle società più libere del mondo e ha ribadito la “solidarietà” dell’America con l’isola. Ha voluto chiarire “inequivocabilmente” che gli Usa “non abbandoneranno il loro impegno per Taiwan”: “siamo orgogliosi della nostra amicizia duratura”, ha aggiunto. “Oggi più che mai la solidarietà americana nei confronti di Taiwan è cruciale, e questo è il messaggio che stiamo consegnando oggi”, ha insistito la speaker della Camera Usa. Intanto, dopo che ieri la Cina ha avvertito che “adotterà sicuramente tutte le misure necessarie per salvaguardare risolutamente la sua sovranità e integrità territoriale”, l’esercito cinese ha fatto sapere di essere in “allerta alta” e che avrebbe avrebbe condotto esercitazioni intorno a Taiwan in risposta al viaggio di Pelosi. Il Giappone ha espresso preoccupazione alla Cina per le sue previste esercitazioni a fuoco vivo nello Stretto di Taiwan. Il capo di gabinetto del governo giapponese, Hirokazu Matsuno ha detto ai giornalisti durante una conferenza stampa che Tokyo chiede ancora una volta “la risoluzione pacifica della questione dello Stretto”. Il funzionario giapponese ha anche ricordato che la Zona Economica Esclusiva (ZEE) del Giappone è inclusa nell’area di mare che la Cina ha annunciato come luogo di destinazione per le sue esercitazioni militari.
Un appello alla calma è stato lanciato infine dalla Corea del Sud, prossima tappa del tour asiatico di Pelosi. Seoul ha chiesto a tutte le parti interessate di mantenere vivo un dialogo per la pace e la stabilità nella regione, alla luce delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina a causa della visita della presidente della Camera Usa a Taiwan. “La posizione del nostro governo è di mantenere una stretta comunicazione con le parti interessate […] considerando l’importanza della pace e della stabilità nella regione attraverso il dialogo e la cooperazione”, ha detto alla stampa un funzionario dell’ufficio presidenziale. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, si è scagliato questa mattina contro la presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi, definendo la sua visita a Taiwan una “farsa completa” e avvertendo che “coloro che giocano con il fuoco moriranno”. “Gli Stati Uniti stanno violando la sovranità della Cina con il pretesto della democrazia”, ha detto, criticando Pelosi per aver “sfacciatamente” proseguito la sua visita, sostenendo che “viola maliziosamente la sovranità cinese e si impegna palesemente in provocazioni politiche”. Pelosi “dimostra ancora una volta che alcuni politici statunitensi sono diventati ‘disturbatori’ delle relazioni tra Cina e Stati Uniti”, si afferma ancora nella dichiarazione.