Il Kepì bianco sulla testa e il sorriso, irresistibile ancora oggi, a 84 anni: Jean Paul Belmondo ha ricevuto l’omaggio della Legione Straniera, il corpo militare francese d’elite di cui “Bébel” è stato uno dei volti più noti al cinema con il film “L’oro dei legionari” del 1984. Il copricapo militare tipico è stato consegnato all’attore francese al Museo della Legione Straniera a Aubagne, vicino a Marsiglia, dove è in corso una esposizione sulla Legione Straniera al cinema, con locandine, manifesti, foto di scena dei film che hanno visto protagonista questo corpo militare da sempre avvolto nel mito. Una occasione per vedere Belmondo in pubblico, in una delle sue rare apparizioni, da quando nel 2001 fu colpito da un’ischemia. Un’emozione per i legionari, tutti cresciuti con i film di questa icona del cinema francese. “E’ un emozione davvero forte. Mi tremano le mani, mi fa pensare a mia madre, la rivedo attraverso gli occhi di Belmondo”, ha spiegato il caporale Franco, questo il suo nome da legionario.
Belmondo non è l’unica star del cinema ad aver indossato il kepì bianco della legione. In oltre un secolo di cinema sul grande schermo tanti grandi attori si sono cimentati nelle guerriglie nel deserto, da Gary Cooper, protagonista del film “Marocco” al fianco di Marlene Dietrich e di “Beau geste”, a Gérard Depardieu visto in “Forte Saganne”, fino alla versione ultramuscolare di Jean Claude Vandamme, in “The Legionary – Fuga all’inferno”. Senza contare che tutti i più grandi comici si sono “arruolati” nella Legione, da Stanlio e Olio a Gianni e Pinotto, fino a Totò e Marty Feldman. Un fascino, quello della legione straniera, che non ha risparmiato nessuno. Il legionario Gérard, responsabile del museo di Aubagne, ci spiega perché: “Da noi si chiama il mito di Monsieur le légionnaire. Nella legione ci sono soldati di 150 nazionalità diverse, non si sa bene chi siano, da cosa siano fuggiti, perché siano arrivati e cosa si siano lasciati alle spalle. E’ chiaro che tutto questo mistero può aver ispirato registi e produttori cinematografici”.