La Firenze di Elly Schlein passa dalla piazza antifascista di Santa Croce a inizio marzo e, qualche mese dopo, approda a una stazione Leopolda ‘derenzizzata’, che, popolata oggi da delegati e delegate della Filcams-Cgil, pronti a scendere in piazza per una lunga stagione di manifestazioni contro il decreto lavoro e il governo, sembra lontana anni luce dal tempio in cui tante volte Matteo Renzi si è preso da scena. Parlando sempre, da dentro o da fuori il Pd, del Pd.
Il nuovo corso del Pd è quello della segretaria che a piazza Santa Croce, così come alla Leopolda per l’evento sindacale “The new order”, incontra – anche oggi un faccia a faccia prima dell’inizio dei lavori – il segretario generale della Cgil Maurizio Landini tentando di riannodare il filo di un dialogo “con i lavoratori, con i sindacati”, spezzato “in passato”. Il riferimento a chi e a quale stagione del Pd è pure superfluo e difatti Schlein non nomina mai nè l’ex segretario Matteo Renzi né, per la verità, il nome “Leopolda”. Mette le mani avanti: “Mi ha invitato qui la Filcams e ho avuto il piacere di venire a confrontarmi con i delegati e le delegate”. E poi, “certo è la prima volta qui e oggi qui è un luogo di mobilitazione contro la precarietà”. Un altro Pd e un’altra Leopolda, insomma.
Non a caso in uno dei passaggi più applauditi del suo intervento Schlein ricorda che “sarà mia e nostra cura cercare di ricostruire con umiltà una relazione basata sull’ascolto e sul riconoscimento degli errori fatti negli anni precedenti” che “hanno prodotto fratture sociali profonde con le lavoratrici, i lavoratori e con i sindacati”. Ora è il tempo della mobilitazione contro il decreto lavoro e contro le politiche del governo che vanno “nella direzione opposta a quella che servirebbe” ma rispettando autonomia e ruoli rispetto al sindacato.
Se, infatti, Landini puntualizza che le “piazze sono aperte” a chi condivide le proposte avanzate dal sindacato, Schlein promette: “Ci saremo nel rispetto dei reciproci ruoli e autonomia, ci saremo nella mobilitazione, ci sono punti che coincidono” tra l’agenda dell’opposizione e quella dei sindacati. Manca Giuseppe Conte, però. Immortalato a piazza Santa Croce insieme a Schlein e Landini – con la foto divenuta subito storica come immagine del nuovo centrosinistra – si era vociferato di una sua partecipazione all’iniziativa della Filcams, ma non si è visto.