La Lifeline a Malta. Portavoce ong: “A bordo migranti torturati in Libia”. Giallo su sequestro imbarcazione
A bordo dell’imbarcazione tedesca, rimasta 6 giorni ferma nel Mediterraneo con a bordo 234 persone
La nave “Lifeline” è entrata alle 19,10 di ieri, mercoledì 27 giugno, nel porto di La Valletta a Malta. A bordo dell’imbarcazione tedesca, scortata da una motovedetta e un mezzo militare, e rimasta 6 giorni ferma nel Mediterraneo con a bordo 234 persone. Una volta sbarcati i migranti saranno identificati e quindi distribuiti negli 8 Paesi dell’Unione europea che hanno dato la loro disponibilità.
L’imbarcazione sarà invece posta sotto sequestro dalle autorità maltesi che hanno aperto un’indagine sulla vicenda. Il premier maltese Joseph Muscat ha osservato come le responsabilità di quanto accaduto siano da attribuire “al comandante della imbarcazione che ha disobbedito”. “Il capitano ha scelto di non andare in Libia perché molte delle persone a bordo erano fuggite dalle prigioni libiche – spiega Axel Steier, portavoce della Ong – erano state torturate e perseguitate in Libia, perciò non ci sembrava un porto sicuro. Eravamo sicuri che avremo potuti portarli come in passato in Italia o in altri posti”.
Il portavoce precisa di non avere notizie delle sequestro della nave e poi lancia un appello all’Europa. “La mia speranza è che i Paesi europei si mettano insieme per creare un servizio di soccorso e salvataggio in mare, in modo che i privati non si debbano sostituire agli Stati che non fanno il loro dovere e io come cittadino privato possa di nuovo occuparmi di cose private”.