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La liste di Fassina escluse dalle comunali di Roma. A Milano fuori Fratelli d’Italia

Sono passate poco più di 24 ore dalla chiusura dei termini di legge entro cui presentare liste e candidati e le comunali di Roma si tingono già di giallo. Protagonista della vicenda Stefano Fassina, ex esponente del Pd e oggi candidato sindaco di Sinistra Italiana. “Abbiamo appreso con stupore – annuncia – che la commissione elettorale ha respinto le nostre liste dalla competizione per Roma. Si tratta di una decisione che, se fosse confermata, altererebbe pesantemente l’esito delle elezioni amministrative nella Capitale. Presentiamo subito ricorso e nelle prossime ore decideremo quali ulteriori iniziative intraprendere”. A quanto si apprende alla base dell’esclusione ci sarebbero stati degli errori formali dovuti alla modalità di raccolta di alcune firme delle liste.

Assessore alla legalità Carlo Rienzi, candidato sindaco per la lista Codacons, offre subito un’alternativa a Fassina: “Dopo l’esclusione delle sue liste da parte della commissione elettorale di cui ha dato notizia, abbiamo deciso di tendere la mano al candidato e, tenuto conto della sua storia e delle sue capacità, gli offriamo ufficialmente il ruolo di assessore alla legalità e ai problemi sociali del Comune di Roma. Se sarà confermata l’esclusione delle liste, Stefano Fassina potrà contare sull’appoggio della Lista Codacons ‘Rienzi x Roma’ e su un ruolo primario in Campidoglio”.

Popolari preoccupati La possibile esclusione di Fassina scatena l’immediata reazione di Lucio D’Ubaldo, coordinatore della lista “Più Roma – Democratici e popolari” che sostiene la candidatura di Roberto Giachetti: “La possibile esclusione di Stefano Fassina dalla corsa al Campidoglio evidentemente impoverisce il confronto sulle prospettive di governo della città. Attendiamo gli sviluppi del ricorso e, alla luce di questa novità, sul piano politico è sempre più radicato il timore che alcune divisioni possano apparire ingiustificate. Tuttavia invitiamo Giachetti a non mutare il presupposto e il tenore della sua candidatura. Non possiamo sognare una Roma più solidale, meglio amministrata, aperta al cambiamento generando confusione nel vasto elettorato intermedio, contrario al populismo sia di destra che di sinistra”.

Il caso Milano Anche nel capoluogo lombardo c’è un’esclusione “pesante”. Ad essere respinta è stata la lista di Fratelli d’Italia, ma il partito rassicura i propri sostenitori: “La dichiarazione di non rientrare nei casi di incandidabilità previsti dalla legge Severino è presente nelle accettazioni di tutti i candidati di Fratelli d’Italia nelle nove liste per i municipi. La ricusazione della commissione è un mero errore materiale. Prima di ogni eventuale ricorso al Tar, previsto dalla legge in tali casi i presentatori della lista Fdi-An stanno avanzando, entro il termine di ammissibilità della lista, e cioè ‘entro il giorno successivo alla presentazione’, una istanza di revisione alla stessa commissione elettorale circondariale di Milano, allegando le dichiarazioni di insussistenza delle cause di incandidabilità sottoscritte da tutti i candidati della lista al Comune”.

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