La luce di Michelangelo: la magia della Sagrestia Nuova a Firenze
Nel Pantheon dei Medici, impianto a led ricrea il clima d’epoca video
Un miracolo di equilibrio architettonico. E’ la Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il Pantheon con le tombe dei Medici progettato da Michelangelo. E adesso gode di una nuova illuminazione che evoca le condizioni di luce dell’epoca dell’artista. La direttrice dei musei del Bargello, Paola D’Agostino: “Questo sistema ha visto una costruzione di luci led ex novo, che sono poi state sistemate sulla trabeazione della cappella, e sono state schermate in modo da non creare elementi invasivi per chi fruisce non solo delle sculture ma anche della grammatica architettonica di questo luogo”.
Michelangelo immaginò la sala senza sapere che più tardi, la cupola della Cappella dei Principi avrebbe in parte oscurato i suoi punti luce. Il nuovo progetto, finanziato da Lottomatica, ha cercato un compromesso fra i led e la luce dalle finestre e dalla cupola. Per arrivarci, uno studio complesso, il film di un’intera giornata di luce naturale estiva, e un rilievo dei punti di luce statua per statua. Il maestro della luce Mario Nanni: “Volevamo una luce il più discreta possibile, che non fosse troppo dinamica ma fosse dosata con la luce naturale. Fisicamente è impossibile generare una luce simile a quella della candela”.[irp]
Michelangelo lavorò alla Sagrestia dal 1519 al 1534. Ripuliti anche i tre grandi gruppi marmorei che adornano le tombe di Lorenzo il Magnifico, del fratello Giuliano e di altri membri della famiglia; di fronte all’altare il capolavoro della Madonna Medici, con il bimbo rivolto verso il seno materno. Lo storico dell’arte e restauratore, Antonio Forcellino: “Michelangelo graduava le superfici in maniera differenziata come nessun altro scultore. Graduare con la finitura degli scalpelli significa graduare la luce e il modo di rifletterla. Quindi la pulitura è sempre un intervento delicatissimo. In questo caso la pulitura è stata fatta solo con acqua distillata”.
Una volta di più un progetto finanziato dai privati; in questo caso come nell’illuminazione del Mosé a San Pietro in Vincoli a Roma, da Lottomatica. Enrica Ronchini, responsabile delle relazioni esterne: “E’ motivo di grande orgoglio per noi essere vicini alle istituzioni per sostenere l’arte, in un momento così complicato per lo Stato e per il Governo di reperire risorse per il patrimonio artistico italiano. Un connubio che funziona da sempre e siamo davvero molto felici di esserci”.