di Filippo Caleri
Per ogni anno passato senza un ruolo operativo, il dirigente si vedrà decurtata anche la retribuzione fissa del 10%. Dopo sei anni fuori dai ranghi, il dirigente potrà essere licenziato, a meno che non accetti volontariamente di essere degradato a semplice funzionario. Un meccanismo di equiparazione che ha acceso le proteste soprattutto dei direttori generali, che non hanno gradito l’idea di partecipare alla lotteria dei concorsi insieme agli altri funzionari. Così il governo ha previsto una sorta di salvagente, permettendo ai grand commis di aggirare lo scoglio del concorso attraverso una “corsia preferenziale” per le amministrazioni, quando emetteranno i bandi per gli incarichi secondo il nuovo regime, di riservare almeno il 30% dei posti a chi ha già ricoperto nell’amministrazione un ruolo di prima fascia. Fin qui l’impianto della riforma che presenta altre criticità ancora non superate come quella di non prevedere differenziazioni salariali secondo le fasce di responsabilità che i dirigenti vanno a prendere. Anche nell’ambito di ruoli equipollenti infatti i carichi decisionali non sono sempre gli stessi.
In un ministero come quello dello Sviluppo Economico, ad esempio, il direttore che gestisce gli incentivi alle imprese ragiona e sceglie la destinazione delle risorse come un manager di un fondo azionario, dunque con un rischio molto più elevato rispetto a chi gestisce uffici come quello che registra brevetti e marchi, o quello che si occupa dei rapporti con i consumatori. Stesso esempio anche nella presidenza del Consiglio dei ministri, dove a poltrone pesanti come quelle degli affari giuridici e legislativi, si affiancano uffici meno onerosi dal punto di vista delle responsabilità come quello per il cerimoniale e le onoreficenze di Stato o la struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale. Insomma, il ruolo unico rischia di appiattire tutti i dirigenti e di non riconoscere economicamente la differenze di mansioni dirigenziali assegnate. Infine, quanto ai numeri dei soggetti interessati alla roulette della Madia secondo le ultime rilevazioni dell’Aran riferite al 2014 i dirigenti ministeriali erano in tutto 3.016, 242 dei quali di prima fascia e 2.362 di seconda. Ben 1571 erano invece a capo delle Agenzie fiscali (62 di prima, 517 di seconda e 992 con incarico provvisorio). Altri 282 erano insediati a Palazzo Chigi (107 di prima fascia e 175 di seconda). Nelle Autorità indipendenti ce ne erano 249 e 2039 nei corpi di Polizia.