La maggioranza degli americani disapprova Trump. Domani il discorso sul futuro Usa

La maggioranza degli americani disapprova Trump. Domani il discorso sul futuro Usa
27 febbraio 2017

Solo il 44% degli americani approva l’operato di Donald Trump a un mese dal suo insediamento alla Casa Bianca, mentre il 48% disapprova e il 32% ritiene che le sue prime quattro settimane a capo dell’amministrazione statunitense abbiano dimostrato che non è all’altezza dell’incarico. E’ quanto emerge da un nuovo sondaggio condotto per conto della Nbc e del Wall Street Journal. Alla luce di questi dati, Trump è il primo presidente americano dell’era post-II Guerra Mondiale a registrare un tasso di approvazione negativo all’inizio del proprio mandato: tale dato negativo venne registrato dal suo predecessore Barack Obama dopo 32 mesi di mandato e dall’ex presidente George W. Bush dopo 41 mesi, ha precisato il Wsj. Un dato interessante che emerge dalla ricerca è il forte sostegno all’azione di Trump, pari al 55%, da parte di un “sorprendente segmento elettorale”, composto da quanti non hanno votato nè per lui nè per Hillary Clinton alle elezioni di novembre, da chi non ha votato affatto e da chi ha ammesso di aver votato per il magnate newyorchese solo per esprimere la propria opposizione a Clinton. All’interno di questo gruppo di persone, la maggioranza approva la gestione economica della nuova amministrazione, sostenendo che i primi passi falsi del presidente sono tipici di ogni nuovo governo.

L’uomo dei fatti contro i politici di sole chiacchiere. Così cercherà ancora una volta di presentarsi Donald Trump, durante il suo primo discorso al Congresso in seduta comune da presidente degli Stati Uniti, in programma domani sera (mercoledì mattina in Italia). “Una per una, stiamo mantenendo le promesse fatte al popolo statunitense […] e non ci fermeremo finché non avremo finito il lavoro” ha detto Trump alla Conservative Political Action Conference, la conferenza politica organizzata dagli attivisti conservatori statunitensi una volta all’anno, venerdì scorso. Dopo un primo mese caotico, segnato da un tasso di approvazione così basso da non avere precedenti nella storia recente degli Stati Uniti per un presidente appena entrato in carica, il discorso al Congresso gli darà la possibilità di riallacciare il rapporto con gli elettori e, soprattutto, di rassicurare i deputati e i senatori repubblicani, che non avevano una maggioranza così ampia a Capitol Hill dal biennio 1929-1931 e che non vogliono sprecare questa grande opportunità per governare. “Da dove veniamo e dove andremo”. Di questo parlerà Trump, secondo quanto riferito dal portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. Si può immaginare che ripeterà di aver ereditato “un casino” e che elencherà i suoi risultati, come fatto nella conferenza stampa di dieci giorni fa, prendendosi il merito per l’ottimo andamento a Wall Street e per la decisione di aziende come Carrier e Intel di mantenere o creare nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti.

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Il discorso di Trump, come quello inaugurale, è stato scritto da Stephen Miller, l’uomo che, insieme a Steve Bannon, avrebbe architettato il piano d’azione del presidente e scritto gli ordini esecutivi da lui firmati. Sarà, però, diverso nei toni: nel discorso del 20 gennaio, Trump ha presentato un visione oscura del declino americano; questa volta, secondo i consiglieri sentiti dalla Npr, il suo messaggio sarà solare e ottimistico, puntando sulle nuove opportunità che creerà questa amministrazione. Secondo varie fonti, Trump dovrebbe parlare della sua riforma fiscale e sanitaria, puntando sull’abolizione dell’Obamacare e rassicurando sul fatto che non ci saranno tagli al Medicare, il programma di assistenza sanitaria per gli anziani e anche per gli under 65, in caso per esempio di disabilità. Non ci saranno, però, dettagli sui suoi piani. Cosa faranno i democratici? Secondo Npr, porteranno al Congresso degli ospiti che incarnino la protesta contro le idee e gli ordini esecutivi di Trump, ovvero rifugiati musulmani, immigrati latinoamericani e parenti di persone uccise con armi da fuoco. Inoltre, risponderanno con due discorsi ufficiali: uno sarà pronunciato da Astrid Silva, attivista per i diritti degli immigrati, in spagnolo; l’altro, dall’ex governatore del Kentucky, Steve Beshear.

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