La minoranza dem lascia il tavolo

E’ a lavoro da giorni il tavolo tecnico sulla riforma del Senato. Si cerca una sintesi tra governo e minoranza Pd, un accordo, un via libera che possa rafforzare e rendere più fluida l’azone della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Purtroppo, tutto questo non accade. E le parti restano quanto mai distanti. Non c’è possibilità di collaborazione: siamo a un binario morto. E l’approvazione in terza lettura della riforma costituzionale sembra lontana anni luce. La misura dovrebbe dare al paese un nuovo Senato, non elettivo, e un bicameralismo imperfetto. Ma la senatrice della minoranza dem, Doris Lo Moro, abbandona il vertice del Pd rendendo quanto mai difficile i lavori di commissione. Lascia il tavolo. A quanto si apprende, la senatrice ha lasciato la riunione con il ministro Boschi e i capigruppo di Camera e Senato Rosato e Zanda, per andare a una riunione della minoranza dem in cui ha detto: “Siamo a un binario morto, a quel tavolo non si discute né di articolo 2 né delle funzioni del Senato”.

La minoranza dem è intenzionata a mantenere gli emendamenti ribadendo che deve essere garantita l’elezione diretta dei senatori con un intervento sull’articolo 2 del ddl Boschi. Insiste poi su garanzie del Senato e funzioni delle Regioni nel Titolo V. A seguito dell’abbandono, la senatrice Lo Moro ha fatto sapere di non voler più partecipare alle riunioni con governo e capigruppo perché “non si sta discutendo di nulla”. Non solo non si è toccato l’articolo 2 – sarebbe stato lo sfogo – ma nemmeno l’articolo 1 sulle funzioni del nuovo Senato. “Sto riflettendo sul da farsi. Siamo arrivati a un punto che se non si sciolgono i nodi politici non si può andare avanti. La comunicazione che si svolge all’esterno con le dichiarazioni alla stampa non corrispondono a quello che succede al tavolo”. Lascerà anche il ruolo di capogruppo? “Io sono esponente della minoranza, ma proprio perché faccio il capogruppo mi rendo conto delle difficoltà del mio ruolo di sintesi perché devo anche rappresentare la maggioranza. Il mio obiettivo è fare le riforme e farle entro il 15 ottobre”.

BOSCHI: “Andiamo avanti” Dopo lo strappo ha dichiarato: “Io sono ottimista. Secondo me l’accordo lo troviamo. Anche e soprattutto con la minoranza Pd. La Lo Moro dice che siamo su un binario morto? No, assolutamente, passi avanti importanti sono stati fatti su diversi punti. L’importante, politicamente, è parlare con tutti. Stiamo lavorando per cercare di arrivare a un accordo ancora più ampio di maggioranza e con il coinovolgimento anche di parte delle opposizioni. Pur non essendo preoccupati per i numeri, l’impegno politico è quello di cercare di parlare con tutti e cercare di avere un consenso più ampio sulle riforme costituzionali”. Quanto ai numeri, che rischiano di non esserci nell’aula di Palazzo Madama, il ministro ha ribadito: “Non siamo preoccupati per i numeri, ma il nostro dovere è concludere un accordo ampio”. La minoranza, nel frattempo, si è riunita a Palazzo Cenci e ha rilanciato le sue richieste di modifica alla riforma costituzionale su quattro punti: elezione del Senato, funzioni, organi di garanzia e federalismo.

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