La minoranza dem minaccia Renzi. Speranza: “Pd chiuda stagione arroganza e basta doppio incarico”
TORMENTI DEMOCRATICI Il deputato: “Si dica che l’esperienza con Verdini è chiusa e che bisogna ricostruire il centrosinistra” di Enzo Marino
di Enzo Marino
La minoranza dem, dopo la batosta alle amministrative, attacca su tutti i fronti il segretario del partito, Matteo Renzi. A partire proprio dal “doppio incarico” di Renzi premier e segretario del Pd che per Roberto Speranza “non funziona, non fa bene al partito e non lo aiuta”. Per il deputato Dem ed esponente della minoranza, in sostanza, “dobbiamo cambiar rotta e riorganizzare il partito che e’ sfilacciato e non appare piu’ credibile nella sua missione”. “Spero non ci sia il lanciafiamme alla direzione del Pd venerdì – aggiunge Speranza – e spero che il partito ne esca unito e dica che ha compreso la lezione, che riscopre la parola umiltà e mette da parte la stagione dell’arroganza che ha caratterizzato gli ultimi mesi e dia il messaggio agli italiani che abbiamo capito la lezione”. Speranza parla anche del rapporto con Denis Verdini: “Cosa c’entra Verdini con noi? E’ un errore madornale e sarebbe utile ci fosse una parola chiara da parte del gruppo dirigente, si dica che l’esperienza con Verdini è chiusa e che bisogna ricostruire il centrosinistra. A Milano e Cagliari, dove abbiamo tenuto la ‘copertura’ a sinistra è stata decisiva, ricominciamo a parlare un linguaggio che la nostra gente comprende, quando la nostra gente non capisce chi siamo va altrove o non vota”.
L’esponente della minoranza dem non è d’accordo con chi dice che il problema sono stati i candidati non abbastanza giovani: “Attenzione, stiamo alla sostanza – dice – proviamo a leggere nel profondo di questo voto, non è questione di candidati, una lettura estetica rischia di farci molto male, rischia di essere l’ultimo passo di un distastro annunciato”. Poi sul rapporto con M5S Speranza ritiene che “lo scontro costante, l’insulto continuo non ci porta lontano, inseguire i grillini sulla delegittimazione non è vincente. Noi dobbiamo imparare dai nostri errori più che guardare ai grillini, capire perchè hanno scelto di votarli, è un voto complicato quello al M5S, non a cuor leggero e la prima risposta è nell’area del disagio e della marginalità ed è presente sopratutto nella generazione più giovane. Al primo turno il raffronto tra gli under 25 era di 40 a 25 tra M5S e Pd, perchè una generazione intera sta diventando epicentro della rottura con la politica?”.