La minoranza Pd si barrica. Fassina, D’Attorre e Bersani diranno no all’Italicum

Civati arriva a prevedere un’uscita dal partito democratico: “Se non vado via io, mi cacciano loro. Ma preferisco andare via”

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La minoranza del Pd come era prevedibile alza i toni e annuncia il no al voto di fiducia. In particolare, Stefano Fassina fa sapere su Twitter che “la fiducia su legge elettorale è inaccettabile. Mina alle fondamenta la democrazia. Tradisce i valori costitutivi del Pd. Non si può votare”. Sulla stessa linea il deputato Alfredo D’Attorre: “Io la fiducia non la voto, e non saremo in pochi a non votarla… Ci saranno delle sorprese: non si tratta di votare contro il governo del Pd, si tratta di votare su un provvedimento che ha natura costituzionale”. Racconta D’Attorre: “Ho fatto una scommessa con Rosato: se saremo più di 5 a non votare la fiducia lui rinuncia a fare il capigruppo… Vediamo chi la vince… L’ho anche rassicurato che non ci sarà un governo D’Attorre-Brunetta, speriamo non nasca un governo Renzi-Verdini…”. Di “passaggio drammatico” parla Pippo Civati, che arriva a prevedere un’uscita dal partito democratico: “Se non vado via io, mi cacciano loro. Ma preferisco andare via. Vediamo, aspettiamo qualche giorno. La fiducia sull’Italicum non la voto”.

“Se Berlusconi avesse messo la fiducia – aggiunge Civati – ora sarei in piazza a fare i girotondi. La fiducia l’aveva messa De Gasperi nel ’53 con la legge chiamata truffa, che era meglio dell’Italicum. Incredibile”. “Con l’Italicum abbiamo messo tutto alla rinfusa: nomine bloccate, le preferenze che scattano solo per chi vince perché chi perde ha solo i nominati e altre cose. Sì, si potrebbe chiamare Obbrobrium. Non è male come definizione. E’ una legge che sbilancia il sistema e mortifica il Parlamento. Tra qualche anno ne diremo il peggio. Ha messo insieme pezzi diversi: quello francese, uno tedesco, uno inglese”. L’ex segretario del Pd, Pieluigi Bersani ha annunciato l’intenzione di non prendere parte ai voti di fiducia: “La penso come Roberto Speranza. Ho votato diciassette volte alla Camera la fiducia al governo, più di una volta al mese. Sono pronto a votare per altre diciassette volte su atti di governo che riguardino il governo” ma “sulla democrazia un governo non mette la fiducia” e, ha annunciato, “questa fiducia io non la voterò”. Avvertendo: “Si sta creando così un precedente davvero serio, di cui andrebbe valutata la portata”. Idem l’ex premier Enrico Letta, su twitter: “Dopo lo strappo voluto dal Governo non voterò fiducia Italicum, le regole non si impongono e non si cambiano da soli. L’ho detto a Firenze”.

Articolo aggiornato alle 21:19