La mossa di Putin, anche gli Usa di Trump ad Astana. Assad, priorità al cessate il fuoco
GUERRA IN SIRIA L’esercito siriano e i suoi alleati stanno stringendo d’assedio Wadi Barada, strategica per fornitura di risorse idriche
Anche gli Stati uniti parteciperanno ai negoziati di pace per la Siria, che avranno inizio lunedì prossimo ad Astana, in Kazakistan. A rompere gli indugi è stato oggi il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, il cui Paese promuove i colloqui assieme a Turchia e Iran. “Sono già stati invitati”, ha confermato il capo della diplomazia di Mosca, alludendo alla controparte americana a conferma, di fatto, della volontà russa di rilanciare velocemente la collaborazione con gli Usa dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Ieri l’Iran si era detto “ostile” alla presenza Statunitense ai negoziati, ritenendo in questa più dannoso che utile allargare il formato ristretto previsto in origine.
SEI ANNI DI GUERRA I negoziati vedranno dunque la partecipazione di tutte le parti in causa nella guerra civile che da sei anni insanguina la Siria, con pochissime eccezioni: i jihadisti del Gruppo dello Stato islamico e di Fateh al Sham (ex Jabhat Al Nusra), esclusi a priori; il movimento islamista Ahrar al-Sham, (“Liberi della Grande Siria”), che era stato invitato e che ha annunciato ieri la sua defezione. Un’assenza motivata con “il mancato rispetto del cessate il fuoco” in vigore in Siria e con i continui raid dell’aviazione russa, principale alleato del regime di Damasco. La delegazione dei ribelli sarà guidata da Mohammed Alloush, leader del gruppo Jaysh al Islam. Negli ultimi giorni, Alloush ha ribadito che i gruppi ribelli parteciperanno ai colloqui di pace “per annullare il ruolo criminale dell’Iran nel conflitto siriano” e “avviare il processo per mettere fine allo spargimento di sangue ad opera del regime e dei suoi alleati”. Il team governativo sarà invece guidato dall’ambasciatore siriano alle Nazioni unite, Bashar al Jaafari.
CESSATE IL FUOCO La squadra dell’Onu farà capo all’inviato speciale per la Siria, Staffan De Mistura. La sua partecipazione è stata confermata dal segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, auspicando che l’incontro di Astana “sia un passo positivo, in vista della ripresa dei negoziati intra-siriani a Ginevra”. Questi ultimi dovrebbero precedere un’ulteriore conferenza che l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di Sicurezza, Federica Mogherini, intende organizzare per la prossima primavera allo scopo di “voltare pagina, avviare la transizione politica, il processo di riconciliazione e ricostruzione”. Da parte sua il presidente Bashar al Assad ha precisato in un’intervista alla televisione giapponese Tbs che la riunione di Astana sarà dedicata principalmente al “cessate il fuoco”, in modo da “proteggere la vita della gente” e “permettere la consegna di aiuti nelle diverse regioni della Siria”.
SCONTRI A DAMASCO “Crediamo che la conferenza sarà simile a un negoziato tra il governo e i gruppi terroristici (così il presidente definisce i movimenti ribelli, ndr )al fine di raggiungere un cessate il fuoco e permettere a questi gruppi di unirsi agli accordi di riconciliazione” nel Paese, ha commentato il capo dello Stato. Intanto, sul terreno, dopo qualche giorno di calma, sono ripresi gli scontri attorno a Damasco. L’esercito siriano e i suoi alleati stanno stringendo d’assedio la regione di Wadi Barada, ritenuta strategica per la fornitura di risorse idriche alla capitale. Una fonte militare siriana ha confermato che le forze governative stanno proseguendo i loro sforzi per ottenere, senza un’operazione militare di grande respiro, la partenza degli uomini armati di Ain al Fijeh “in modo da evitare ulteriori danni” in questo settore. “Gli uomini armati sono circondati e non hanno altra scelta che accettare un accordo o proseguire l’operazione militare. Noi preferiamo la prima soluzione in modo che il nostro personale possa entrare rapidamente e riparare i danni”.