Dopo la Starship di Space X la Nasa, l’agenzia spaziale americana, ha annunciato di aver affidato alla compagnia spaziale privata Blue Origin che fa capo al miliardario Jeff Bezos, patron di Amazon, il contratto per proseguire nello sviluppo di un secondo lander lunare, il “Blue Moon” che servirà per trasportare sulla Luna gli astronauti del programma Artemis a partire – se tutto andrà bene – dalla missione Artemis V, prevista per il 2029. Il team guidato da Blue Origin – che comprende Lockheed Martin, Boeing, Draper, Astrobotic e Honeybee Robotics –
investirà oltre 7 miliardi nel progetto.
Il veicolo “sostenibile”, con combustibile a idrogeno e ossigeno liquidi (LOX-LH2), scelto dalla Nasa e costruito dalla Blue Origin dovrà fare la spola tra la stazione Gateway, la base spaziale in orbita cislunare e la Luna, più o meno ogni 30 giorni, per la costruzione del primo avamposto lunare della storia; una base permanente al Polo Sud del nostro satellite naturale, dove sono presenti depositi di ghiaccio d’acqua che, in futuro, potrebbe essere utilizzati anche per produrre il propellente per le astronavi, direttamente sulla Luna. Questa scelta della Nasa arriva dopo quella della Starship della SpaceX di Elon Musk nel 2021 e che ora è in fase di test non senza qualche “normale” difficoltà iniziale ma con continui e incoraggianti progressi. Anche il Blue Moon dovrà dare prova di affidabilità con una serie di test, compresa una discesa reale sul suolo lunare senza equipaggio.
“Con l’annuncio di oggi stiamo facendo un ulteriore investimento nell’infrastruttura che aprirà la strada allo sbarco dei primi esseri umani su Marte”, ha dichiarato l’amministratore della Nasa Bill Nelson, mentre Jeff Bezos ha detto su Twitter: “Onorato di essere in questo viaggio con la NASA per far atterrare gli astronauti sulla Luna, questa volta per restare. Risolveremo i problemi e renderemo l’LOX-LH2 una combinazione di propellente immagazzinabile, per tutte le missioni nello spazio profondo”.