L’accordo Italia-Albania
Il trasferimento dei migranti rientra nell’accordo siglato lo scorso anno tra la premier italiana Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama. L’intesa prevede l’apertura di due centri gestiti dall’Italia in territorio albanese, destinati a trattenere parte dei migranti salvati dalle autorità italiane nel Mediterraneo centrale. I centri, diventati operativi per la prima volta a ottobre 2023, hanno però vissuto un’avvio controverso: i giudici si sono pronunciati contro il trattenimento dei primi due gruppi di migranti trasferiti, che sono stati successivamente riportati in Italia. Quello di oggi rappresenta il primo viaggio dopo mesi di sospensione.
Lo sbarco e le procedure
I 49 migranti, tra cui bengalesi (in maggioranza), egiziani, ivoriani e gambiani, sono stati salvati nel weekend in acque internazionali a sud di Lampedusa. A Shengjin, saranno sottoposti a una procedura accelerata di frontiera, riservata a coloro che provengono da Paesi considerati sicuri e che non hanno presentato documenti di identità. La prima tappa è l’hotspot allestito all’interno del porto, dove verrà effettuato uno screening sanitario e identificativo.
Durante le operazioni, è emerso che tre minorenni e un adulto vulnerabile saranno trasferiti stasera in Italia. La valutazione sull’adulto è stata possibile grazie al lavoro di monitoraggio svolto dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Inoltre, per uno degli stranieri esaminati sono state riscontrate condizioni incompatibili con il trattenimento, il che potrebbe portare a un ulteriore trasferimento in Italia.
Le precedenti esperienze
Non è la prima volta che emergono criticità legate alle condizioni dei migranti trasferiti in Albania. Già in ottobre e novembre 2023, alcuni individui sono stati riportati in Italia a causa di vulnerabilità riscontrate durante lo screening. Anche in questa occasione, le procedure di identificazione potrebbero richiedere diverse ore, durante le quali ai migranti verranno forniti pasti e abiti nuovi.
Il campo di Gjader
Dopo lo screening, i migranti saranno trasferiti nel campo di Gjader, situato nell’entroterra albanese, a poche decine di chilometri da Shengjin. Qui, trascorreranno le prossime settimane in attesa dell’esito delle loro richieste di asilo. Coloro che otterranno una risposta negativa verranno trasferiti nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), allestito all’interno del campo. Il sito include anche una piccola prigione per chi dovesse commettere reati durante il periodo di permanenza.
Le reazioni
L’accordo tra Italia e Albania continua a sollevare dibattiti e critiche, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e le condizioni di trattenimento dei migranti. Tuttavia, il governo italiano lo considera un pilastro della sua strategia per gestire i flussi migratori nel Mediterraneo centrale. Intanto, lo screening dei 49 migranti appena arrivati a Shengjin prosegue, mentre si attendono ulteriori sviluppi sulle loro destinazioni finali.
Questa operazione rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione tra i due Paesi, ma lascia ancora aperte molte domande sull’efficacia e sull’umanità del sistema di accoglienza e trattenimento.