La professoressa Patrizia Brigidi, docente di Biotecnologia delle Fermentazioni presso il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie di Bologna, spiega la differenza tra microbiota e microbioma nel corso di un webinar organizzato da Yovis, linea di fermenti lattici di Alfasigma, dedicato al Fingerprint Batterico.
“Quando parliamo di microbiota ci riferiamo alla composizione dei microorganismi, cioè ci riferiamo a chi c’è, c’è Pippo, c’è Pluto, c’è Paperino, sto banalizzando. Quindi c’è il Bacillus, c’è lo Streptococco, c’è il Bifidobatterio, quindi io dico chi c’è. Non solo dico chi c’è nel microbiota, dico anche le abbondanze relative, c’è il 3% di Pippo, il 20% di Pluto e così via. Quindi io do una definizione, che è una definizione di composizione, e anche di abbondanza relativa, cioè chi la fa da padrone. Se vogliamo usare un gergo più scientifico, diciamo quali sono i gruppi dominanti, e quindi quelli più rappresentati, subdominanti e invece i minoritari. Teniamo presente che nel corso della vita può cambiare. Abbiamo fatto l’esempio del Bifido, che è dominante nel neonato, diventa subdominante nell’adulto, perché si contrae come concentrazione, e diventa addirittura minoritario nell’anziano. Questo è il concetto di microbiota”, ha spiegato l’esperta di microbioma umano.
“Quando invece parliamo di microbioma, andiamo a riferirci alle funzioni. Quindi quando io mi riferisco al microbioma, e ovviamente i due concetti sono correlati, mi riferisco molto di più all’attività funzionale, cioé che cosa fa, produce acidi grassi a corta catena, un esempio qui proprio dei nostri probiotici, importante perché gli acidi grassi a corta catena sono dei metaboliti prodotti dai microorganismi che giocano una serie di ruoli importanti nell’omeostasi del sistema immunitario, cioé riducono l’infiammazione”, ha sottolineato Brigidi, specificando che la comunità scientifica oggi preferisce parlare di microbioma perché ciò che interessa maggiormente è l’attività di questi batteri.