Ci ha pensato Warren Beatty a regalare il colpo di scena finale alla cerimonia degli 89esimi Academy Awards. Chiamato sul palco assieme a Faye Dunaway per celebrare i cinquanta anni di Bonnie&Clyde, il 79enne attore ha letto il foglietto sbagliato, quello precedente, con l’annuncio della migliore attrice sulla quale c’era scritto “Emma Stone, La La Land” ed ha chiamato sul palco i protagonisti del musical che, nel mezzo del discorso di ringraziamento, hanno dovuto cedere il palco dopo che qualcuno aveva segnalato l’errore. Il miglior film è “Moonlight” con ovvio sgomento da parte di tutto il teatro ricco delle stelle del firmamento cinematografico mondiale. Suddiviso in tre atti che corrispondono alle fasi cruciali della crescita del protagonista Chiron, bambino, ragazzo, uomo, “Moonlight” coniuga il tema forte delle difficili condizioni di vita per chi nasce con il marchio di emarginato in luoghi dove la delinquenza è quasi una scelta obbligata (in questo caso un quartiere malfamato di Miami) con la questione razziale e con la discriminazone sessuale. Ne esce non benissimo “La La Land” fermatosi a sei statuette sulle 14 nomination: Emma Stone come migliore attrice protagonista, Damien Chazelle per la regia (32 anni, è il più giovane premiato in questa categoria), e poi scenografia, poi fotografia, colonna sonora e canzone originale.
Non ce l`ha fatta ad aggiudicarsi la statuetta invece il protagonista del film, Ryan Gosling: come miglior attore è stato infatti scelto Casey Affleck per l`interpretazione (lasciatagli da Matt Damon che aveva preferito interpretare The Great Wall e per questo preso in giro dal presentatore Jimmy Kimmel) in Manchester by the Sea che porta a casa anche la sceneggiatura originale. Moonlight, oltre al miglior film vince anche la statuetta per il miglior attore non protagonista, Mahershala Ali, e la sceneggiatura non originale. Dopo le polemiche per gli Oscar white dello scorso anno, l’Academy Awards ha premiato gli Oscar black con statuette pesanti come quelle a Moonlight ed ai due migliori attori non protagonisti Mahershala Ali per Moonlight e Viola Davis per Barriere. C’è gloria anche per l’Italia. Ma non per Fuocoammare di Gianfranco Rosi (premiato il documentario su OJ Simpson) piuttosto per il trucco di Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini per Suicide Squad. Oscar dedicato a tutti i migranti. L’Oscar per il miglior corto di animazione è andato poi a “Piper” del regista di origine italiana Alan Barillaro supervisore alle animazioni ai Pixar Animation Studios, dal 1997. Padre calabrese, madre abruzzese, cresciuto in Canada, è l’autore del corto animato insieme a Marc Sondheimer.
Mattatore della serata Jimmy Kimmel. Il presentatore degli Oscar prende in giro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dall’inizio alla fine. Scherzando sulla sopravvalutata Meryl Streep, mandando un tweet ironico nel bel mezzo della cerimonia al presidente, dicendosi preoccupato perché non aveva ancora espresso opinioni sulla serata. Due i messaggi: “Donald sei sveglio?”. E ancora: “Ti saluta Meryl”. In molti attori hanno indossato il fiocco azzurro dell`Aclu (American Civil Liberties Union, l`organizzazione che si batte per i diritti civili) sul petto, come Ruth Negga (candidata come miglior attrice). Il nastrino è un chiaro messaggio di protesta contro la politica di Trump. Va poi ad Asghar Farhadi e al suo ‘Il cliente’ l’Oscar per il miglior film straniero. Ma non c’è il regista a ritirare la statuetta, assente dalla cerimonia in aperta protesta contro le misure restrittive, per l’ingresso negli Stati Uniti, imposte a sette paesi, Iran compreso. Tra le genialate di Kimmel, la pioggia di confetti prima e pasticcini poi sul pubblico, così come il dirottare un pullman di turisti di Hollywood nel bel mezzo della platea a loro insaputa con conseguenti fotografie e stupore tanto dei turisti quanto degli attori in sala.
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