Nella solenne e suggestiva atmosfera della Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha inaugurato questa notte il Giubileo con un’omelia che ha risuonato come un potente richiamo alla trasformazione spirituale e sociale. La coincidenza della Notte di Natale con l’apertura dell’Anno Giubilare non è solo un evento liturgico, ma un momento di profonda riflessione e impegno per il cambiamento.
“La notte del Natale che coincide con l’apertura dell’Anno Giubilare ci chiama al rinnovamento spirituale e ci impegna nella trasformazione del mondo, perché questo diventi davvero un tempo giubilare”, ha dichiarato Papa Francesco. “Lo diventi per la nostra madre Terra, deturpata dalla logica del profitto; lo diventi per i Paesi più poveri, gravati da debiti ingiusti; lo diventi per tutti coloro che sono prigionieri di vecchie e nuove schiavitù. Questa è una chiamata a ciascuno di noi per diventare artefici di un mondo nuovo, dove l’amore per il prossimo e per tutto il creato diventi la nostra bussola.”
“La speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente: è la promessa del Signore da accogliere qui e ora, in questa terra che soffre e che geme”, ha proseguito il Pontefice. “Essa ci chiede perciò di non indugiare, di non trascinarci nelle abitudini, di non sostare nelle mediocrità e nella pigrizia; ci chiede – direbbe Sant’Agostino – di sdegnarci per le cose che non vanno e avere il coraggio di cambiarle; ci chiede di farci pellegrini alla ricerca della verità, sognatori mai stanchi, donne e uomini che si lasciano inquietare dal sogno di Dio, il sogno di un mondo nuovo, dove regnano la pace e la giustizia.”
“Una speranza che nasce in questa notte non tollera l’indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità; non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri”, ha detto con forza Francesco. “La speranza cristiana è attiva, è un fuoco che arde nel cuore, spingendoci a scuotere le fondamenta di un mondo che si accontenta di troppo poco per troppi.”
Sempre facendo riferimento all’apertura dell’Anno Santo, Papa Francesco ha poi detto: “Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo; questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c’è speranza anche per te!” Ha continuato, “Una speranza che deve spingere l’umanità a ritrovare la speranza perduta, rinnovarla dentro di noi, seminarla nelle desolazioni del nostro tempo e del nostro mondo: senza indugio. Non indugiare, non rallentare il passo, ma lasciarsi attirare dalla bella notizia. Questa speranza ci chiama a essere testimoni di un amore che non conosce confini, che non si arrende davanti alle difficoltà, che cura le ferite del mondo con gesti concreti di misericordia e giustizia”.
“Non possiamo essere spettatori passivi della storia,” ha aggiunto il Papa. “Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, con le nostre azioni quotidiane, con la nostra preghiera, con il nostro impegno per la giustizia e la pace. La speranza cristiana ci spinge a essere costruttori di ponti, non di muri; a essere operatori di pace in un mondo che conosce troppo spesso la guerra; a essere custodi della creazione, non suoi distruttori.”
La messa della Notte di Natale, con l’apertura dell’Anno Giubilare, non è stata solo una celebrazione liturgica ma un’urgente chiamata all’azione. Con queste parole, Papa Francesco ha delineato una visione di un mondo dove la speranza cristiana diventa il motore del cambiamento, dove ogni individuo è chiamato a partecipare attivamente alla costruzione di un futuro più giusto, pacifico e rispettoso per tutti gli esseri viventi e per la nostra madre Terra. Questo Natale segna, quindi, l’inizio di un pellegrinaggio spirituale e sociale che deve durare ben oltre la fine dell’Anno Santo, trasformando ogni giorno in un’opportunità di rinnovamento e giustizia. “Non lasciamo che questa notte passi senza lasciare un segno nel nostro cuore e nelle nostre vite”, ha concluso il Pontefice, invitando tutti a un impegno rinnovato per trasformare la speranza in azione, per rendere il mondo un luogo dove la fraternità e la solidarietà possano finalmente prevalere.