Un’altra controversia emerge sul cammino del Ddl Sicurezza. Questa volta è al centro dell’arena politica una lettera del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Michael O’Flaherty, inviata al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Quest’ultimo ha reagito duramente, definendo la missiva “irrituale” e accusandola di rappresentare un’“inaccettabile interferenza”.
L’opposizione non ha perso tempo nel replicare. Il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, ha dichiarato: “Siamo i primi a voler difendere l’autonomia del Parlamento, ma non dimentichiamo il merito della questione. Anche se la lettera può sembrare irrituale, i rilievi sono seri e li condividiamo”. Intanto, la maggioranza respinge le accuse, cercando di minimizzare l’impatto politico del documento.
Nella lettera, datata 16 dicembre ma resa pubblica oggi, O’Flaherty invita i senatori a non adottare il disegno di legge “a meno che non sia sostanzialmente modificato”. Il commissario evidenzia come alcune norme del Ddl violino i diritti fondamentali sanciti dagli articoli 10 e 11 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, riguardanti la libertà di espressione e di riunione pacifica.
Particolare attenzione viene posta su alcuni articoli del Ddl:
Secondo O’Flaherty, queste norme contengono definizioni vaghe che potrebbero portare ad applicazioni arbitrarie e sproporzionate, colpendo chi esercita legittimamente i propri diritti.
Ignazio La Russa ha criticato con fermezza la lettera, definendola “contraria a qualunque principio democratico”. Ha inoltre respinto la richiesta di O’Flaherty di trasmettere il contenuto della missiva ai senatori, sottolineando l’autonomia decisionale del Parlamento italiano.
Nonostante le polemiche, fonti di maggioranza hanno minimizzato l’impatto della lettera, sostenendo che non porterà a cambiamenti significativi nella posizione del governo. Tuttavia, l’esame del provvedimento è stato rinviato a gennaio, anche per via di critiche informali giunte dal Quirinale. Ignorare tali segnalazioni potrebbe compromettere i rapporti tra Palazzo Chigi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiamato a promulgare le leggi.
Il Ddl Sicurezza tornerà all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato nel nuovo anno. Il dibattito resta acceso, con il rischio che le tensioni politiche si intensifichino ulteriormente.