La pasta e gli italiani, un amore quasi assoluto. Il segreto della cottura
La pasta e gli italiani: un amore che dura nel tempo, più forte delle mode alimentari e di nuovi stili di vita. Praticamente tutti, o quasi, gli italiani mangiano pasta: sono il 99 per cento e in media la consumano circa 5 volte a settimana. Lo rivela una ricerca di Doxa commissionata da AIDEPI, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, che ha lanciato l’indagine in occasione dei 50 anni di vita della cosiddetta “legge di purezza sulla pasta”, una normativa dei pastai con le regole che fissano i limiti qualitativi per produrre la pasta che il mondo ci invidia. “La legge difende l’eccellenza della pasta italiana”, ha spiegato Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Aidepi: “E’ stata la legge che ha favorito l espansione a livello planetario della pasta – ha spiegato – perché le ha dato delle regole e la capacità di essere un veicolo importante della cultura alimentare italiane e soprattutto una locomotiva del food e degli ingredienti del primo piatto all italiana”. Dallo stabilimento Felicetti, a Predazzo, tra le Dolomiti, il presidente della sezione pasta di Aidepi, ha parlato di cottura al dente, un aspetto che secondo la ricerca Doxa è per il 76% l elemento decisivo quando scegliamo la pasta al supermercato.
“Il segreto della tenuta della cottura è la capacità del pastaio di interpretare la materia prima, di utilizzare le sue caratteristiche fondamentali come il glutine e la tenacità del glutine. In cottura poi non bisogna abbandonarla perché in cottura la pasta soffre di solitudine”. E l’alchimia della pasta perfetta sta a cuore a tanti italiani, soprattutto a quel 46 per cento che dichiara di mangiarla tutti i giorni. Un amore che a volte diventa un’ossessione, come ha spiegato Luigi Cristiano Laurenza, segretario generale dei pastai di Aidepi, nel commentare l indagine Doxa: “Un altra curiosità sono gli incubi dei consumatori italiani nel cucinare la pasta. Hanno paura che possa rompersi, che possa attaccarsi, che il condimento non sia sufficiente o addirittura che le porzioni non lo siano”. Altro elemento chiave a garanzia della qualità, secondo gli intervistati, è la mano e la passione dei pastai, responsabili della scelta delle materie prime e chiamati ad adattare la tecnologia ad esse. “Solo così, nell abbinamento tra materie prime e tecnologia, che si riescono ad avere prodotti di altissima qualità”, ha concluso Felicetti.