di Enzo Marino
Governati e la politica tutta, non sono capaci di tirar fuori dalla sabbie mobili della crisi la Sicilia. Allarmanti i dati che arrivano da Confimprese, partendo dal numero dei protestati. Ammonta a 67 milioni di euro, infatti, il valore dei titoli di credito protestati nell’Isola nel 2015: sono stati 68.679 tra assegni e cambiali. Gli assegni protestati risultano pari a 11.414 (in media 38 assegni per ciascun giorno lavorativo) pari a 14 milioni 109 mila 253 euro; le cambiali protestate, invece, sono state 57.265 (192 al giorno), per un totale di 52 milioni 659 mila 748 euro. Per Confimprese, si tratta di “un dato allarmante che riguarda non solo la Sicilia ma anche il resto d’Italia, che contribuisce ad alimentare un esercito di ‘invisibili’ del credito – formato da cittadini e ex o aspiranti imprenditori – che spesso non potendo chiedere prestiti o finanziamenti attraverso i canali ordinari, si rivolge al mercato nero e parallelo dell’usura”. Sempre dallo stesso rapporto, emerge che nei primi tre mesi dell’anno, in Sicilia, sono scomparse dal tessuto produttivo locale 23.294 aziende, mentre le aperture sono state 3.716. Le imprese attive sono 259.348. Secondo lo studio, da gennaio a marzo sono state avviate 208 procedure di fallimento; mentre le chiusure hanno interessato per lo piu’ i marchi storici e le imprese artigiane, con un’incidenza maggiore rispetto ad altri settori di attivita’: nei primi tre mesi dell’anno, infatti, hanno gia’ chiuso 778 aziende artigiane.
In Sicilia si registra un’impennata del fenomeno dell’ambulantato: nel 2015 gli ambulanti sono aumentati di 2.834 unita’ (+76,2% rispetto al 2014) e il numero dei commercianti, che non esercitano la propria attivita’ in un luogo stabile, risulta pari a 20.412. Tra le province siciliane e’ Palermo con 7.020 aziende ambulanti. Ammonta, inoltre, a 67 milioni di euro il valore dei titoli di credito protestati in Sicilia nel 2015: sono stati 68 mila 679 tra assegni e cambiali. Gli assegni protestati risultano pari a 11.414 (in media 38 assegni per ciascun giorno lavorativo) pari a 14 milioni 109 mila 253 euro; le cambiali protestate, invece, sono state 57.265 (192 al giorno), per un totale di 52 milioni 659 mila 748 euro. Per Confimprese, si tratta di “un dato allarmante che riguarda non solo la Sicilia ma anche il resto d’Italia, che contribuisce ad alimentare un esercito di ‘invisibili’ del credito – formato da cittadini e ex o aspiranti imprenditori – che spesso non potendo chiedere prestiti o finanziamenti attraverso i canali ordinari, si rivolge al mercato nero e parallelo dell’usura”. Lo Stato attraverso il Mediocredito centrale e le Regioni puo’ concorrere alla costituzione di un fondo che eroghi e garantisca finanziamenti “per prestiti anche a quei soggetti inseriti nelle liste dei protesti, ai quali le banche non erogano credito”.