di Enzo Marino
Sui 35.128 atti parlamentari presentati nel corso della XVII Legislatura che ha preso avvio nel marzo 2013, solo 286 si occupano di inclusione sociale, con un modestissimo 0,8%. Anche i dati relativi ai disegni di legge non mostrano un scenario incoraggiante: solo il 6% tratta questo argomento, una percentuale che scende al 2,8% se prendiamo in considerazione quelli approvati. Percentuali molto preoccupanti considerato che proprio nel corso di questa legislatura, povertà e disagio sociale in Italia sono notevolmente aumentati.
A segnalarlo, in occasione della Giornata Mondiale per la Giustizia Sociale, è ActionAid, organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale, la quale ha diffuso un’analisi sull’operato del Parlamento italiano. L’inclusione sociale risulta così essere solo al 31esimo posto nella classifica degli argomenti più rilevanti della XVII Legislatura, laddove i primi 3 posti sono occupati da Stato, economia e lavoro; una situazione che peggiora se si analizzano i dati delle attività parlamentari a partire dall’insediamento del Governo Renzi, dove l’inclusione sociale scende addirittura al 44esimo posto.
Eppure, fa notare ActionAid, a causa della crisi economica e sociale, oggi in Italia quasi una persona su 10 vive in condizioni di povertà assoluta. Negli ultimi 7 anni il numero degli italiani in povertà assoluta è più che raddoppiato, passando dai 2,4 milioni del 2007 ai 6 milioni del 2013. Nonostante le cifre allarmanti, l’Italia è priva di una misura nazionale contro la povertà e su 28 Stati membri dell’Unione Europea, è l’unico Paese che insieme alla Grecia, non ha adottato qualche forma di reddito minimo garantito. “La distanza tra istituzioni e necessità dei cittadini, soprattutto dei più deboli, è sempre più ampia. Il partito dei poveri non ha voce in capitolo nei dibattiti politici e le scelte parlamentari sembrano non rappresentare minimamente i poveri”, ha dichiarato Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia.