La protesta dei lavoratori Whirlpool a Napoli dopo annuncio chiusura
Nessuna notizia dopo l’incontro col prefetto: “Un’offesa”. I sindacati chiedono un tavolo permanente a Palazzo Chigi VIDEO
Protesta dei lavoratori Whirlpool di Napoli davanti alla Prefettura, a 24 ore dall’annuncio della chiusura dello stabilimento di via Argine il prossimo 31 ottobre. Dopo l’incontro fra azienda e Ministero dello sviluppo economico definito “deludente” dai sindacati e dopo il Consiglio dei ministri dedicato alla questione, i lavoratori speravano di avere novità dal prefetto, che li ha ricevuti. Il confronto però non ha portato risultati, ha spiegato Antonio Accurso, della Uilm Campania.
“Il motivo per cui i lavoratori non vogliono andare via da qui è perché non aveva informazioni dal Cdm su Whirlpool; l’hanno preso come una grande offesa, si sta parlando di loro, almeno ci saremmo aspettati parole di rassicurazione, il governo ci deve far capire dalla parte di chi sta, multinazionale o lavoratori? Non ci servono più parole, vogliamo atti concreti”.
E come primo atto concreto i sindacati chiedono un incontro col presidente del Consiglio Conte con una lettera in cui sottolineano che la situazione è diversa da quella descritta dalla dirigenza italiana perché “i conti finanziari della multinazionale stanno migliorando e salendo i profitti. Tutto ciò rende la scelta di Whirlpool ancora più odiosa, tanto più se si considera la gravità del momento che stiamo attraversando”. Inoltre chiedono che il governo convochi il tavolo permanente su Whirlpool a Palazzo Chigi con la dirigenza americana, scavalcando quella italiana ritenuta “non credibile”.
LA LETTERA A CONTE
Fiom, Fim e Uilm hanno scritto al presidente del Consiglio Conte, per chiedergli un incontro prima di convocare il tavolo con Whirlpool. “Chiediamo di avere l`occasione di spiegare il punto di vista dei lavoratori e di chiarire che la situazione attuale di Whirlpool è assai diversa da come la Dirigenza aziendale la ha descritta in questi mesi. Il recente rimbalzo della domanda di mercato sta determinando difatti un forte incremento produttivo in tutte le fabbriche italiane del gruppo, ad eccezione di Napoli naturalmente per cui come noto è annunciata la chiusura il 31 ottobre; similmente anche i conti finanziari della multinazionale stanno migliorando e salendo i profitti. Tutto ciò rende la scelta di Whirlpool ancora più odiosa, tanto più se si considera la gravità del momento che stiamo attraversando”.
Per i sindacati delle tute blu “è l`ultima occasione che il Governo italiano ha per mantenere le promesse fatte in questi diciotto mesi ai lavoratori di Whirpool, rinnovate da ultimo durante la campagna elettorale. L`accordo che Whirlpool sta violando è stato siglato a novembre del 2018 non solo con il sindacato ma anche con il governo. Ebbene il Governo ne pretenda il rispetto come stiamo facendo noi. Sono da ieri in corso scioperi in tutte le fabbriche italiane, che proseguiranno anche domani con lo sciopero degli straordinari. La vertenza proseguirà finché tutti i lavoratori non riceveranno la giusta tutela e riprenderanno a lavorare”, concludono.