La Ravetto accelera: “Presto le regole”. Sì di Polverini, Carfagna e Capezzone

30 maggio 2014

E ora si comincia a ballare sul serio. Perché la proposta di Raffaele Fitto di utilizzare le primarie come strumento per selezionare la nuova classe dirigente di Forza Italia trova sempre più consensi all’interno del partito. Già nel corso del comitato di presidenza di mercoledì erano stati diversi gli esponenti del partito a sostenere “mister 284mila preferenze”. Da Mara Carfagna a Daniele Capezzone per arrivare a fino a Renata Polverini e Laura Ravetto. Ed è stata proprio quest’ultima una delle più accanite sostenitrici della “mozione” Fitto. Al punto che a lei è stato affidato il compito di scrivere le regole delle consultazioni che, in via preliminare, andranno svolte a livello locale. “Tra due settimane Silvio Berlusconi avrà sul suo tavolo il mio testo per il regolamento delle primarie – ha spiegato ieri a Radio2 – non sarà molto lungo, sarà la cosa più chiara e semplice possibile”. Ed è sempre la Ravetto a rivelare alcuni retroscena del comitato di presidenza; “Non c’è nessuno “contro” le primarie, ci sono due differenti visioni del partito: una favorevole alle primarie, l’altra favorevole ai congressi”. Nella seconda fazione, oltre ai membri del cosiddetto “cerchio magico” (Toti, Pascale) anche Denis Verdini. Ma è la seconda che si va arricchendo sempre di più se è vero, come racconta ancora la deputata di Forza Italia, che “molti altri colleghi, in aula, mi hanno detto di essere d’accordo con le primarie”.

Come che sia, il clima nel partito resta teso. Nonostante l’apertura di Berlusconi, infatti, sono diversi i tentativi per “arginare” le consultazioni, per l’ufficializzazione delle quali l’ex premier ha rinviato tutto a un nuovo comitato di presidenza che si terrà tra due settimane, dopo i ballottaggi delle amministrative. La sfida, insomma, resta aperta e Berlusconi ha già abituato il partito a rapidi ripensamenti sul tema. Ma resta aperta anche la questione delle alleanze. Non tutti, in Forza Italia, hanno gradito infatti l’improvvisa sterzata verso la Lega “lepenista” di Salvini. Una serie di distinguo che avrebbero convinto l’ex Cavaliere a disertare la conferenza con Matteo Salvini che sarebbe servita per annunciare l’adesione degli azzurri a due dei sei referendum lanciati dal Carroccio: quelli sul ripristino del reato di immigrazione clandestina e sull’abolizione della riforma Fornero. Tra l’altro, tecnicamente Berlusconi non avrebbe neanche potuto firmare i referendum essendo stato privato dell’elettorato attivo oltre che di quello passivo.

Alla conferenza stampa c’erano comunque tre dei massimi dirigenti di Forza Italia: i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, e il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti. E così il riavvicinamento con il Carroccio è stato comunque benedetto anche se con qualche distinguo: “Deve riaprirsi il dialogo con tutte le forze alternative al centrosinistra – ha spiegato Toti – per di più, con la Lega c’è già un’alleanza sul territorio, dove governiamo insieme”. Detto questo, “non c’è nessuna fretta, ora riallacciamo un dialogo che si basa su cose concrete. Salvini e Berlusconi si sono sentiti e questo è un inizio”.

Qualche perplessità, invece, è stata espressa da Giuseppe Galati: “Giusto riavvicinarsi alla Lega – ha detto il coordinatore di FI in Calabria – ma, alla luce dell’apertura di un confronto Salvini-Le Pen, è opportuno prendere le distanze da idee e visioni che nulla hanno a che fare con la nostra storia, i nostri valori e la nostra linea politica”. Altro fronte di potenziale tensione è il capitolo riforme. Berlusconi, per il momento, ha garantito che si procede nel solco dell’accordo del Nazareno. Ma sono tanti quelli che vorrebbero liberarsi dell’”abbraccio mortale” con Renzi. Un cospicuo gruppo di senatori, infatti, ha chiesto a Paolo Romani una riunione di gruppo per analizzare i motivi della debacle elettorale e discutere, per l’appunto, dell’atteggiamento sulle riforme. E c’è chi, come Maurizio Gasparri, pur rimanendo nel solco del patto, insiste nel voler dare un’immagine più “forzista” alle intenzioni renziane: “Andrò avanti con convinzione e coerenza sul tema del presidenzialismo, sperando che almeno su alcuni contenuti anche altri preferiscano adottare il mio stesso atteggiamento”.

 

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