La Regione Lazio verso una maggioranza Pd-M5S. E si aprono nuovi scenari
Parisi attacca Di Maio: “E’ disonesto che una persona totalmente incompetente di relazioni internazionali, accetti di fare il ministro degli Esteri”
Il “matrimonio” Pd-M5S nel Lazio potrebbe consumarsi a strettissimo giro di posta e portare la Regione verso un allargamento della maggioranza. È emerso oggi alla Pisana dove la nuova situazione politica italiana scaturita dalla formazione di un nuovo governo M5s-Pd, è stata oggetto di una seduta straordinaria del Consiglio regionale del Lazio richiesta dai consiglieri del centrodestra. Tra i protagonisti la capogruppo del Movimento 5 stelle, Roberta Lombardi, la quale, paragonando Salvini a al capitano di una squadra che sceglie di interrompere una partita al due a zero, ha ripercorso gli eventi nazionali che hanno portato al “caos istituzionale per la logica di profitto di Salvini”. Secondo Lombardi, “decidendo di interrompere l’esperienza di governo, Salvini è andato contro la volontà popolare”. Una prima risposta a Lombardi è arrivata da Stefano Parisi (Lazio 2018): “Voi sbandierate questa onestà come se fosse una vostra caratteristica che gli altri non hanno, veramente è una cosa che ha stufato”. Per Parisi, “è profondamente disonesto che una persona totalmente incompetente di relazioni internazionali, che non ha mai avuto nessuna funzione estera nel paese, accetti di fare il ministro degli Esteri”.
In vista del possibile allargamento della maggioranza in Consiglio regionale, Antonello Aurigemma (Misto) ha ricordato che il Movimento 5 stelle si era presentato agli elettori come un’alternativa al Pd e che giammai avrebbe dato sostegno alla maggioranza Zingaretti. “Astio” e “acredine” ha colto il capogruppo della Lega, Daniele Giannini, nell’intervento di Lombardi. “Questa legislatura – ha ricordato Giannini -era già iniziata con delle dichiarazioni della presidente Lombardi di apertura al Pd, poi messe in naftalina. Oggi – ha proseguito Giannini – con questo accordo nazionale potete essere ritirati fuori e portati come esempio, anche perché alla fine di tutto ciò, io penso che, come è successo un po’ nello scorso governo, anche qua sarete pian piano prosciugati nel vostro elettorato da chi fa politica da più tempo e da chi, comunque, in quei settori, che sono le banche, l’alta finanza, l’Europa e le cooperative, è sicuramente in grado di dare più risposte di voi”. Per Pasquale Ciacciarelli(Misto), “oggi si suggella quello che accadeva già dall’inizio della legislatura, e cioè un accordo non detto tra Pd e 5 Stelle”.
Secondo Massimiliano Maselli (NcI), “il valore della coerenza, che è un valore non negoziabile, che si dovrebbe tenere alto sia a livello nazionale sia a livello regionale”. Pur ricordando i due consiglieri di centrodestra passati al gruppo Misto, Maselli ha voluto sottolineare che “il centrodestra ha tante responsabilità sicuramente, ha commesso tanti errori sicuramente, ma non ha mai governato insieme alla parte contro la quale si è sempre contrapposto”. “Il Movimento 5 Stelle – ha detto Francesca De Vito (M5s) – rappresenta sicuramente un’anomalia. Lo abbiamo detto da subito: noi vorremmo superare quella ideologia di destra e di sinistra, e se Dio vuole ci stiamo anche riuscendo. Siamo i cittadini che portano avanti le idee. E se le idee sono buone, e se intorno a queste convergono le azioni di altre forze politiche, ben venga”. Per Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti), “qualora ci fosse l’apertura di un dialogo con il Movimento 5 Stelle, nelle altre regioni e anche nella regione Lazio, sarebbe un dialogo termini politici, non di rivalità, non di acrimonia, o di antipatie, che invece governano il vostro campo”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera, ha parlato senza mezzi termini di “tradimento del mandato elettorale”. La capogruppo della Lista Zingaretti, Marta Bonafoni, ha proposto ironicamente una risoluzione di solidarietà al centrodestra, per gli “schiaffoni” ricevuti dalla consigliera Lombardi, ma anche “nei confronti di una situazione che evidentemente vede imbarazzo, insufficienze, regolamenti di conti”.
Sergio Pirozzi è convinto che “il più pulito abbia la rogna” e che “le scelte politiche di un gruppo poi si paghino nel medio e nel lungo periodo”. Pirozzi ha ricordato Fini “che è scomparso, e ricordo quello che ha fatto l’Ncd eletto con il centrodestra che poi è diventato parte organica del Governo Renzi e Gentiloni. Oggi ho perso notizie dell’Ncd”. Con un certo fair play, il capogruppo della Lega, Orlando Tripodi, ha iniziato il proprio intervento augurando agli ex assessori regionali Manzella e Bonaccorsi, nominati sottosegretari del governo Conte, “un buon lavoro, veramente di cuore, gli auguri per portare le esigenze del Lazio nei loro ruoli amministrativi così importanti”. “Nessuno ha mai detto che questo governo non è legittimo nelle norme della Costituzione – ha proseguito Tripodi – Noi diciamo che è illegittimo nella democrazia popolare”. Tripodi ha poi chiesto “di sapere su che strada possiamo lavorare, quale percorso dobbiamo fare, chi è maggioranza e chi è opposizione, senza più nascondersi”.
La risposta è arrivata dal capogruppo del Pd, Marco Vincenzi, il quale ha parlato della volontà “di provare la possibilità di un accordo anche in Regione Lazio, una volontà piena, chiara e legittima che non contrasta con nessuna legge elettorale”. “E’ vero che le coalizioni presentano un candidato governatore – ha proseguito Vincenzi – ma anche che le forze siedono in consiglio e nessuna legge vieta che si possa allargare la maggioranza”. Vincenzi ha inoltre parlato di un imminente chiarimento sugli obiettivi programmatici, di governo e politici generali, “su come dare il nostro contributo nella nostra regione con l’esperienza specifica di un laboratorio originale di sintesi in questo Consiglio, anche nella direzione di allargare una maggioranza che non sarà più larga solo qui ma anche nella nostra comunità nel Lazio e dia il suo contributo a un progetto nazionale”.
A conclusione del dibattito è infine intervenuto il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori (Pd). “Oggi politicamente si apre a livello nazionale una fase nuova – ha dichiarato Leodori – e noi rientriamo in un contesto politico nazionale: siamo stati anzi fautori dell’apertura di un percorso nuovo. Quando ci si scandalizza del fatto che non c’è un ritorno alle urne – ha aggiunto – si ricordi che si è votato solo pochi mesi fa. E’ una legislatura agli albori. Alla Lega dico: ogni tanto un po’ di autocritica farebbe bene, è stato un suicidio politico evidente e unilaterale. Gli altri sono stati fermi ad assistere e capire come comportarsi, e con un dibattito, pubblico, ne’ semplice ne’ scontato. Così deve avvenire nella nostra regione. Una settimana fa dicevo che era prematuro se non azzardato parlare di accordo già definito con il M5s – ha concluso Leodori – Oggi aggiungo: ho difficoltà a capire perché ciò possa destare stupore, vista la situazione nazionale. E’ una conseguenza di questa, un percorso comune sui temi, non sulle poltrone”.