La Regione Siciliana non ha più un euro. Stop ai pagamenti
BUCO DI BILANCIO A rischio anche gli stipendi dei dipendenti. Chiesta restituzione compensi incassati dal 2012 ad oggi agli amministratori e ai revisori dei conti di società partecipate
Da ieri sera cassa chiusa alla Regione siciliana, a rischio anche gli stipendi, anche se si tenta di salvare gli emolumenti dei dipendenti. L’obiettivo è di risparmiare subito una cinquantina di milioni di euro. Un blocco della spesa “necessario” a causa del buco di bilancio. Da lunedì comincerà una vera e propria ‘verifica’ dei capitoli di bilancio per vedere dove si possono tagliare i costi. L’obiettivo, come ha detto anche il Governatore Rosario Crocetta, è quello di risparmiare fino a “300 milioni di euro l’anno”. “Ma i soldi per i servizi sociali non verranno toccati”, ha assicurato il governatore. Una tegola che si aggiunge alla circolare che blocca tutti i compensi agli amministratori e ai revisori dei conti di società partecipate della Regione, chiedendo pure la restituzione delle somme già incassate dal 2012 ad oggi.
Come spiegano i deputati M5s all’Ars, “a chiedere lo stop agli emolumenti e il recupero delle somme erogate è la stessa Regione, con una circolare del 21 settembre scorso a firma del ragioniere generale di palazzo d’Orleans, Salvatore Sammartano, indirizzata a società partecipate, enti pubblici istituzionali regionali, dipartimenti, presidente della Regione ed assessori regionali. Tutto ciò in virtù di un parere fornito dal Consiglio di giustizia amministrativa il 5 agosto del 2014, che esprimendosi sull’applicabilità del comma 24 dell’articolo 11 della legge 26 del 2012, ha statuito la gratuità di qualsiasi incarico conferito dalla Regione e dagli enti pubblici non economici sottoposti al controllo e alla vigilanza di questa, inclusa la partecipazione agli organi collegiali, anche non titolari di cariche elettive”. “Questa interpretazione afferma il capogruppo penta stellato Giorgio Ciaccio – rischia di portare alla paralisi un’importante parte dell’amministrazione regionale. Contemporaneamente, però, spinge ad a riflettere come fino od oggi la politica abbia gestito con spregiudicatezza la cosa pubblica, affidando spesso incarichi con compensi esorbitanti a soggetti conniventi. Occorre, quindi cercare di correre ai ripari con soluzioni che contemperino le due opposte situazioni”.