È al settimo cielo la professoressa Teresa Lambe, del gruppo sul vaccino anti-Covid dell’Università di Oxford, mentre commenta i risultati preliminari dei test effettuati su oltre mille pazienti (1.077), in base ai quali la sostanza inoculata stimola la produzione di anticorpi e globuli bianchi in grado di contrastare l’azione del nuovo coronavirus. “Siamo davvero entusiasti di poter condividere i nostri risultati. Ovviamente questa è la fase uno del test clinico, abbiamo bisogno di un test clinico su più larga scala per essere in grado di confermarne l’efficacia. Sono dei numeri relativamente piccoli di persone, vorremmo poter estenderlo per testare davvero l’efficacia e la sicurezza in numeri più ampi della popolazione”, ha affermato la ricercatrice intervistata da France Presse. I dati sono estremamente incoraggianti ma è ancora troppo presto per stabilire se il vaccino offrirà una protezione immunitaria sufficiente. Il Regno Unito intanto ne ha già ordinate 100 milioni di dosi.
“Possiamo dire che il profilo di sicurezza è quello che ci aspettavamo, ma il vaccino è sicuro? Per quello che significa, per il pubblico generale, abbiamo bisogno di test clinici su più larga scala, ma tutti i risultati sono finora certamente promettenti”. “C’è un numero di quesiti, dunque: vorremmo guardare la risposta immunitaria post-vaccino in adulti più vecchi e vedere se il livello è simile, in ordine di grandezza e tipo di quelli che stiamo vedendo nei 18-55enni; vorremmo anche guardare a diverse dosi del vaccino per vedere se otteniamo una risposta immunitaria simile con dosi più piccole del vaccino, così potremmo avere un effetto di portata che potrebbe essere molto importante per il produttore; e soprattutto, ciò che davvero abbiamo bisogno di affrontare è guardare se il vaccino induce lo stesso ammontare o lo stesso livello di risposta immunitaria in tutto il mondo su popolazioni differenti”.
Anche i test effettuati in Cina su oltre 500 persone hanno mostrato che il vaccino in fase di sperimentazione sviluppa una buona risposta immunitaria nei volontari. Entrambi gli studi, pubblicati sulla rivista The Lancet, mostrano progressi verso un vaccino efficace e sicuro per un uso su ampia scala. L’augurio di Lambe: “Lo vedo come una gara, ma una gara contro il virus, non contro altri sviluppatori di vaccino. Credo che avremo bisogno di più di un vaccino e spero davvero che riusciremo ad otteneere più di un vaccino e ritengo che non ci sia niente che a questo punto precluda la possibilità di avere diversi vaccini e diversi successi o raggiungimenti di obiettivi, capaci di prevenire la malattia e l’infezione con molti differenti tipi di vaccini”.