Ucraina e Russia devono concordare un’evacuazione sicura dei civili da Mariupol e da altre zone in prima linea. Lo ha chiesto il direttore generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), Robert Mardini. Parlando con Reuters, Mardini ha detto che le scorte stavano finendo e che fino a 170mila residenti erano intrappolati senza elettricità. Finora il Cicr ha condotto due evacuazioni di civili dalla città ucraina nordorientale di Sumy. Allo stesso tempo, il Comitato internazionale della Croce rossa (Icrc) si è detto pronto “a dirigere” le operazioni di evacuazione dei civili assediati nella città di Mariupol da venerdì a condizione di avere le garanzie necessarie. E’ quanto si legge in un comunicato dell’organizzazione. Il ministero della Difesa russo ha annunciato un cessate-il-fuoco questo giovedì e l’apertura di corridoi di evacuazione per i civili, che sono rimasti intrappolati per settimane nella città martellata dalle forze russe.
Intanto, sul fronte dei negoziati, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha detto di avere discusso ieri con i suoi omologhi di Russia e Ucraina, Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba, per organizzare un nuovo incontro tra i capi della diplomazia. Tuttavia, l’Ucraina finora non vede finora nessun segnale di pace, come afferma nell’ultimo video il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Per il momento ci sono solo parole, niente di concreto”. Zelensky, tra l’altro, non crede alle promesse della Russia su una de-escalation militare. “Oggi ho poche parole, non molto tempo, tante emozioni e ancora più compiti. È quel genere di momento. Una svolta, quando si può e si deve parlare solo della cosa più importante. Sì, è in corso un processo di negoziazione. Ma queste sono ancora parole. Finora nessun aspetto specifico”, ha detto il presidente ucraino.
Zelensky ha parlato della promessa fatta dalla Russia di ritirare le truppe dal nord dell’Ucraina. “Sappiamo che questo non è un ritiro, ma le conseguenze dell’esilio”, ha aggiunto, “Conseguenze del lavoro di chi ci difende. Ma vediamo anche che allo stesso tempo c’è un accumulo di truppe russe per nuovi attacchi nel Donbass. E ci stiamo preparando per questo”. “Non crediamo a nessuno, non ci fidiamo di nessuna gradevole costruzione verbale. C’è una situazione reale sul campo di battaglia. E ora, questa è la cosa più importante”, ha concluso il presidente ucraino, “Non rinunceremo a nulla. E combatteremo per ogni metro della nostra terra, per ogni persona”.