La scuola è un luogo di crescita, movimento e trasformazione. Non si ferma, ma prosegue lungo una strada da percorrere insieme, unendo giovani e adulti in un cammino comune. Questo il forte messaggio lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, tenutasi a Cagliari per la XXIV edizione di “Tutti a Scuola”. Insieme al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, Mattarella ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale della scuola come palestra di vita, non solo in termini di istruzione e conoscenze, ma soprattutto per i valori che essa trasmette.
“La scuola è palestra di vita” ha esordito Mattarella, chiarendo fin da subito il ruolo educativo e formativo che essa svolge. Non si tratta solo di trasmettere nozioni e conoscenze, pur essenziali per lo sviluppo personale e professionale dei giovani, ma anche di promuovere valori fondamentali per la convivenza civile: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza e rispetto. Sono questi i pilastri su cui si fonda una comunità sana e inclusiva, capace di affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e solidarietà.
Mattarella ha poi sottolineato come la scuola svolga un ruolo chiave nella formazione di cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri. È attraverso il sistema educativo che si sviluppa il senso di comunità, di appartenenza e di partecipazione attiva alla vita sociale. La scuola, ha affermato il Presidente, non è solo un luogo di apprendimento, ma un organismo vivo che interagisce con la società, contribuendo al suo progresso e al miglioramento della qualità della vita collettiva.
Uno dei temi centrali del discorso del Presidente ha riguardato il rapporto tra i giovani e la tecnologia. Mattarella ha evidenziato come l’uso del digitale sia ormai parte integrante della vita quotidiana delle nuove generazioni, spesso molto più avanti rispetto agli adulti in termini di competenze tecnologiche. Tuttavia, il Presidente ha lanciato un monito importante: la tecnologia non deve diventare una barriera di incomunicabilità tra giovani e adulti, né un territorio separato in cui i ragazzi rischiano di isolarsi. “I giovani sono più avanti nella conoscenza digitale”, ha detto Mattarella, invitando i nonni e i genitori a riconoscere questo aspetto e a chiedere consiglio ai ragazzi quando necessario, creando così un dialogo intergenerazionale basato sullo scambio reciproco.
“La tecnologia e il suo uso non devono diventare una barriera di incomunicabilità, un territorio recintato, distinto, divisivo, tra mondo giovanile e società degli adulti”. In questa riflessione, Mattarella ha posto l’accento sul fatto che i ragazzi possono insegnare molto agli adulti riguardo alla tecnologia, ma al contempo è essenziale che non si lasci che gli strumenti tecnologici diventino una prigione. “Lo smartphone è uno strumento, ma non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca ed emozionante”, ha affermato con forza.
Mattarella ha poi affrontato un altro tema cruciale: l’inclusione scolastica. La scuola, ha detto il Presidente, deve continuare a crescere come luogo inclusivo, in grado di accogliere tutti, indipendentemente dalle difficoltà e dalle differenze. L’inclusione riguarda non solo i ragazzi con disabilità, ma anche quelli provenienti da famiglie meno abbienti e gli studenti di origine straniera. Questo impegno è richiesto dalla Costituzione, ha ricordato Mattarella, ma è anche un investimento fondamentale per il futuro della società. “Ogni risorsa spesa in educazione la ritroveremo moltiplicata nel bene della collettività”, ha dichiarato, ribadendo la necessità di dedicare risorse adeguate al sistema scolastico.
L’abbandono scolastico, ha osservato il Capo dello Stato, resta una “piaga ancora aperta”, nonostante gli sforzi compiuti da insegnanti e istituzioni. In molti contesti sociali, la scuola rappresenta l’unica vera speranza di riscatto, l’unico strumento capace di offrire ai giovani un futuro migliore. Tuttavia, ha ammonito Mattarella, la presenza dello Stato non può arrendersi di fronte alle difficoltà che alcuni territori presentano. Marginalità e violenze costituiscono delle barriere all’inclusione, ma sarebbe “un’inaccettabile sconfitta” se lo Stato rinunciasse al suo ruolo di supporto e guida proprio in queste realtà difficili.
Un altro aspetto centrale del discorso del Presidente ha riguardato il disagio giovanile, che Mattarella ha definito una “grande e urgente questione nazionale”. Questo disagio, ha osservato, è spesso difficile da interpretare, soprattutto perché si manifesta attraverso una cortina di incomunicabilità che rende complicato per genitori e insegnanti comprendere e affrontare i problemi dei ragazzi. “Occorre rompere il muro delle solitudini e del silenzio”, ha detto il Presidente, invitando tutti – famiglie, insegnanti e istituzioni – a creare occasioni di dialogo e di ascolto.
Il Capo dello Stato ha posto l’accento sull’importanza di costruire un’alleanza tra scuola e famiglia, perché la scuola, da sola, non può affrontare tutte le sfide educative. “La scuola può molto, ma non può tutto”, ha dichiarato, sottolineando come la partecipazione attiva delle famiglie sia essenziale per il successo del percorso formativo dei ragazzi. Tuttavia, Mattarella ha anche messo in guardia i genitori dal trasferire le proprie ansie di successo sui figli o dal vedere nei docenti una controparte. Al contrario, ha esortato a considerare gli insegnanti come alleati preziosi nella crescita dei ragazzi.
Il discorso di Mattarella ha toccato numerosi temi di grande attualità, ricordando che il sistema educativo è il cuore pulsante del futuro di ogni società. L’istruzione, infatti, non è solo un diritto fondamentale, ma anche la chiave per costruire una comunità più giusta, solidale e capace di affrontare le sfide globali con determinazione e umanità. Il Presidente ha richiamato tutti – dalle istituzioni alle famiglie, dagli insegnanti ai giovani stessi – a fare la propria parte in questo processo, ricordando che il progresso tecnologico, per quanto importante, non può mai sostituire i valori umani che solo la scuola può trasmettere.
“Non possiamo abbandonare i giovani a una chiusura solitaria in un mondo dominato dalla tecnologia”, ha concluso il Presidente, richiamando l’importanza di un’educazione che sappia unire innovazione e tradizione, dialogo e ascolto, conoscenza e valori umani. Solo così, ha affermato Mattarella, potremo costruire un futuro in cui tutti, giovani e adulti, camminino insieme su una strada di crescita comune.