La sfida energetica di Putin: sostituire l’Europa con l’Asia

La sfida energetica di Putin: sostituire l’Europa con l’Asia
I presidenti cinese, Xi Jinping e russo, Vladimir Putin
7 settembre 2022

Vladimir Putin ha lanciato la sua sfida energetica all’Occidente: in piena guerra del gas con l’Europa, suo cliente tradizionale, ha affermato che oggi il vero centro economico e tecnologico del mondo è l’Asia-Pacifico, a partire dalla Cina, e che Mosca ha un’alternativa se l’Europa non vuole più le forniture russe. Le parole di Putin sono arrivate dall’Eastern Economic Forum a Vladivostok, nell’Estremo Oriente russo, a circa una settimana dall’atteso primo summit con il presidente cinese Xi Jinping che avrà luogo a margine del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai a Samarcanda (15-16 settembre).

“Ricevendo il gas naturale dalla Russia le economie dei principali paesi europei hanno avuto vantaggi competitivi di natura globale per decenni. Se ritengono di non aver bisogno di tali vantaggi, bene, non ci preoccupa in alcun modo perché il bisogno di energia nel mondo è ampissimo”, ha affermato Putin, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti. Proprio ieri, ha ricordato Putin, il monopolista russo Gazprom ha annunciato un accordo con la compagnia cinese CNPC per i pagamenti delle forniture di gas in rubli e yuan – 50% in una valuta e 50% nell’altra – in un passaggio necessario per il rafforzamento delle forniture. Al momento il gas arriva in Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia attivato da fine 2019, che nel 2021 è arrivato a una portata di 10,4 miliardi di metri cubi ma che ha come capacità finale prevista 38 miliardi di metri cubi all’anno. Mosca inoltre ha firmato un contratto ulteriore a febbraio per portare le forniture a 48 miliardi di metri cubi.

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L’altra direttrice su cui si sta lavorando è la costruzione del prolungamento di Power of Siberia 2, il gasdotto Soyuz Vostok, che dovrebbe accrescere la fornitura di altri 50 miliardi di metri cubi annui. Proprio oggi Alexey Miller, l’amministratore delegato di Gazprom ha incontrato a margine del forum il primo ministro mongolo Luvsannamsrai Oyun-Erdene per discutere il transito del gasotto Soyuz Vostok attraverso il suo paese e Putin ha annunciato che è stata trovata un’intesa sui parametri principali. L’altro grande paese asiatico al quale Mosca sta incrementando le forniture è l’India e oggi il primo ministro Narendra Modi, che ha partecipato al forum, ha detto di voler rafforzare la partnership con Mosca in particolare nel settore dell’energia. L’India sta acquistando, in particolare, petrolio dalla Russia a prezzi particolarmente scontati. Secondo quanto ha riferito la BBC il greggio russo viene venduto agli indiani a 20 dollari al barile. Questo, se per Mosca rappresenta un introito importante per cercare di compensare parzialmente le perdite sul mercato europeo, dall’altro crea un problema di finanziamento per le società di raffinazione. 

Mosca, inoltre, sta cercando di aprire ulteriori sbocchi. Oggi Putin ha incontrato il capo della giunta militare che governa Myanmar Min Aung Hlaing e questi ha segnalato come l’ex Birmania ha cominciato a ricevere prodotti petroliferi russi. E il responsabile Asia del Ministero degli Esteri russo Georgy Zinoviev ha anche mandato un messaggio alla Corea del Nord: siamo pronti – ha detto – ad attivare le forniture di petrolio se Pyongyang riaprirà a questa possibilità dopo aver chiuso ermeticamente il paese per la pandemia. Insomma, alla guerra guerreggiata in Ucraina, s’è aggiunto un conflitto energetico nel quale Putin cerca alleati, che possono certamente trarre profitto da risorse energetiche a costo moderato. E, ovviamente, l’occhio del presidente russo si è volto all’Asia-Pacifico. “Recentemente hanno avuto luogo cambiamenti tettonici irreversibili nell’intero sistema delle relazioni internazionali”, ha detto Putin. “Il ruolo di stati e regioni dinamici e promettenti – ha aggiunto – è cresciuto in maniera significativa e, soprattutto, quello della regione Asia-Pacifico.
I suoi paesi sono diventati i nuovi centri della crescita economica e tecnologica, punti d’attrazione per personale, capitali, produzione”.

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