La Sicilia ha una nuova legge elettorale, ecco come verranno eletti consigli comunali e sindaci

LA RIFORMA Il provvedimento è passato con 42 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astenuti. Resta la doppia preferenza di genere nonostante la spaccatura del Pd LE REAZIONI 

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elezioni260L’Assemblea regionale siciliana ha approvato la legge elettorale per i consigli comunali e i sindaci nell’isola. Il provvedimento è passato con 42 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astenuti. Ecco cosa cambia: l’ articolo 1 della nuova legge introduce il sistema maggioritario nei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti. La ripartizione dei seggi non avverra’ piu’ sulla base del criterio proporzionale e il sindaco eletto si portera’ dietro il 60% dei seggi per effetto del nuovo premio di maggioranza. Si introduce il cosiddetto “effetto di trascinamento”, non solo per l’ elezione dei sindaci, ma anche per quella dei consiglieri circoscrizionali: “Ciascun elettore puo’ con un unico voto, votare per un candidato alla carica di sindaco e per la lista ad esso collegata, tracciando un segno” recita l’ articolo 2 della legge appena varata dall’ Ars. Vengono quasi eliminati i ballottaggi: i sindaci dei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti saranno eletti in un unico turno se otterranno almeno il 40 per cento dei voti.

Resta la legge in vigore per i comuni con popolazione superiore. Quest’ ultima norma e” stata molto contestata e ha visto agguerrite le opposizioni scontrarsi pero’ con una maggioranza compatta che alla fine ha prevalso. Un’ altra novita’ che non vigeva nel sistema elettorale regionale riguarda il candidato sindaco perdente che ottiene piu’ consensi: sara’ automaticamente proclamato consigliere comunale. Novita anche sulla mozione di sfiducia: il sindaco per essere sfiduciato avra’ bisogno del sessanta per cento dei dissensi, o delle dimissioni del 60% dei consiglieri comunali non piu’ della maggioranza dei due terzi, come fino ad oggi. Resta la doppia preferenza di genere cosi’ come in vigore nell’attuale sistema, che ha rischiato pero’ di saltare, per via della spaccatura del Partito democratico che ha contribuito al momento del voto all’emendamento a conseguire il risultato di 33 voti favorevoli, contro i 36 a sfavore. Respinto anche il limite di mandato per i consiglieri comunali a tre legislature proposto dal deputato Mimmo Fazio (Misto) o a due, sostenuto dal M5s.

ANSELMO “Abbiamo scritto una riforma elettorale che garantisce stabilità negli enti locali. Il PD aveva indicato alcuni punti per irrinunciabili: soglia di ballottaggio al 40%, doppia preferenza di genere, eliminazione del voto confermativo. Punti che sono i pilastri di questa riforma”. Lo ha detto il presidente del gruppo PD all’Ars Alice Anselmo, intervenendo in aula all’Ars per esprimere il voto favorevole del Partito Democratico alla riforma della legge elettorale per gli enti locali. “È stato fatto un lavoro complesso e faticoso – aggiunge – siamo soddisfatti per il risultato ottenuto: nell’esame della riforma la maggioranza ha dimostrato compattezza ed è stato portato avanti un dialogo costruttivo con le altre forze politiche, come è giusto che sia quando si discutono riforme di questo tipo. Dispiace che invece il Movimento 5 Stelle abbia scelto l’auto-isolamento per ragioni di pura propaganda”. 2I grillini hanno saputo dire solo ‘no’ – conclude Anselmo – peccato, hanno perso un’occasione di confronto sulle regole della democrazia”.

MUSUMECI “Attenti: l’obiettivo della maggioranza dell’Ars non sono i Cinque Stelle. Il vero obiettivo sono tutti quei sindaci, amministratori e uomini politici che hanno consenso a prescindere dai partiti e che questi vogliono normalizzare, obbligare alle alleanze e poi ricattare con l’abbassamento del quorum sulla sfiducia: insomma, è una minaccia in stile mafioso, un incaprettamento in piena regola. Dimenticano la regola fissa iniziata con il referendum di Segni: chi fa le leggi per sé alla fine perde le elezioni…”. Lo ha detto il deputato siciliano Nello Musumeci, nel corso del suo intervento in Aula a Sala d’Ercole sulla modifica della legge elettorale per gli Enti locali in Sicilia.

RUGGIRELLO “Una riforma che dà stabilità alle amministrazioni locali, che porta l’importante novità rappresentata dalla soglia del ballottaggio fissata al 40%, e che fa della Sicilia da apripista di nuove norme che, senz’altro, saranno di riferimento anche per le altre regioni”. È il commento del deputato regionale Paolo Ruggirello (Pd).

CINQUESTELLE “Finalmente i siciliani hanno cosa mettere nella pentola: la legge elettorale. La priorità di questa classe politica è solo una: andare contro al Movimento 5 Stelle, anche a dispetto dei veri interessi dei siciliani”. Commenta in questo modo il M5S all’Ars, il “Truffarellum”, la legge elettorale varata in fretta e furia da sala d’Ercole in pieno agosto con priorità assoluta su tutto. “Un’occasione persa – ha commentato la capogruppo Angela Foti – per migliorare una legge di cui i siciliani non sentivano l’esigenza. Visto che si era in ballo si poteva perfezionarla, invece tutto si è concretizzato in un regolamento di conti tra i partiti. Tutti i nostri emendamenti in questo senso sono stati bocciati e i partiti hanno complicato tutto aggrovigliando una riforma, uscita in maniera molto pasticciata dall’aula”. “Ogni commento – ha detto Giancarlo Cancelleri – è superfluo e il nome con cui abbiamo battezzato questa legge la dice tutta sulla sua essenza, una legge inutile, anzi dannosa pianificata a tavolino dai partiti per cercare di truccare le regole del gioco a proprio vantaggio. Volevano pure togliere i ballottaggi, ma hanno capito che l’effetto boomerang contro di loro sarebbe stato fortissimo e hanno fatto marcia indietro. Ma i siciliani hanno capito lo stesso e, dentro la cabina elettorale, gliela faranno pagare cara”.

PANEPINTO “Nonostante le imboscate ed il clima pesante, con accordi trasversali di ogni genere, alla fine è stata approvata una riforma del sistema elettorale per i 400 Comuni siciliani che ribadisce i principi di stabilità e governabilità”. Lo dice il vice presidente del gruppo parlamentare Pd all’Ars, Giovanni Panepinto.

RACITI “Quando si è aperta la discussione sulla legge elettorale, ben prima delle elezioni amministrative, pochi avrebbero scommesso su questo risultato: oggi abbiamo dimostrato che si poteva fare una legge più coesiva, più democratica, più equilibrata”. Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del PD, a proposito della riforma elettorale per gli enti locali in Sicilia. “In molti – aggiunge – in queste settimane hanno parlato di tripolarismo: ma non è questo il tema della legge, così come non lo è ‘sbarrare la strada’ a questa o quella proposta politica. Il punto è che la vita politica dei comuni, più che dal tripolarismo, è spesso caratterizzata dalla totale frammentazione che porta al secondo turno elettorale proposte dalla legittimazione molto bassa. Questa legge offre strumenti per aggregare le forze politiche e rendere più semplice e partecipata la vita politica dei comuni: sono soddisfatto di come PD e maggioranza l’hanno portata avanti tenendo conto, con serietà, dei temi proposti dall’opposizione”.

FALCONE “Ancora una volta la maggioranza ha dimostrato di essere avulsa rispetto alla Sicilia reale, alla Sicilia che soffre, pensando ad una legge elettorale che interpreta esclusivamente un concetto di autoconservazione. Forza Italia, alla luce del nuovo contesto politico tripolare, aveva proposto una norma che snellisse e semplificasse lo stesso quadro politico. Partito Democratico e UDC hanno invece voluto utilizzare questa norma come strumento di coercizione nei confronti dei sindaci, attribuendo alla politica, quella con la p minuscola, maggiori poteri su chi è stato eletto direttamente dal popolo”. Lo dice l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS. “Grazie a Forza Italia – aggiunge – abbiamo evitato che almeno i sindaci dei comuni al di sotto del 15 mila abitanti fossero ostaggio dei consigli comunali, nel contempo è stato altrettanto sbagliato impedire ai bravi amministratori di essere candidati per la terza volta, limitando di fatto la libertà degli elettori. E’ una legge che non migliora nulla, ma che serve soltanto a PD e maggioranza come prova di edonismo narcisista”.