La sinistra unita in piazza contro Rosatellum
“Non ci arrenderemo, oggi è l’anniversario di Caporetto, se lo ricordino”
La sinistra torna unita in piazza contro il Rosatellum bis. La manifestazione organizzata davanti al Senato, anzi più precisamente tra Palazzo Madama e Piazza Navona, dal Coordinamento per la democrazia costituente ha visto salire insieme sul palco Pippo Civati e Nicola Fratoianni, e sotto il palco erano presenti numerosi senatori e deputati di Mdp. Assenti Pier Luigi Bersani, perché impegnato in campagna elettorale in Sicilia, e Roberto Speranza, che era al Copasir. Tante bandiere di Rifondazione comunista e quelle arcobaleno. Molta classe dirigente e poca cittadinanza in verità, forse per il breve tempo per organizzarsi o per l’orario di metà pomeriggio. Ci sono Nico Stumpo e Stefano Fassina, Nichi Vendola e Alfredo D’Attorre, Francesco Laforgia, Miguel Gotor, e tanti altri parlamentari, spicca l’assenza di qualche esponente di Campo progressista anche se alla Camera la battaglia contro la riforma è stata comune. Ad aprire i discorsi sul piccolo palco rivolto verso Palazzo Madama è stato Alfiero Grandi, animatore insieme al Cdc della battaglia contro l’Italicum e contro la riforma costituzionale. “Venerdì abbiamo consegnato al presidente Grasso 160mila firme ma oggi siamo a 220mila”, queste firme “dicono che i parlamentari dovrebbero rappresentare gli elettrici e gli elettori ma la legge elettorale in discussione approvata con un ruvido voto di fiducia non permette questo”. Grandi ha ricordato ai senatori che è stata la battaglia per il No a dare loro la possibilità di pronunciarsi visto che la riforma costituzionale di Renzi voleva abolire il Senato fatto di eletti. Sotto il palco c’è chi distribuisce cartelli con su scritto “il popolo del 4 dicembre vuole un proporzionale vero”. Ed è questo l’argomento più usato dagli oratori tra i quali ci sono costituzionalisti e presidenti emeriti della Corte di Cassazione, no alla legge che toglie ai cittadini la libertà di scegliere gli eletti. “Legge truffa”, la chiama Fratoianni, “che serve a dare vita al governo Renzi-Berlusconi”. “Non ci arrenderemo – urla dal palco Loredana De Petris – oggi è l’anniversario di Caporetto, se lo ricordino”.
“Non c’è due senza tre – avverte serafico Felice Besostri, avvocato promotore del ricorso contro l’Italicum – se hanno bocciato già due leggi elettorali la Consulta boccerà anche la terza anche se loro correranno contro il tempo per evitare la sentenza, ma a meno che non vadano a votare il giorno dopo la promulgazione non ci riusciranno”. “Abbiamo aderito a questa manifestazione perché è molto importante che le persone si rendano contro che la legge elettorale è quella con cui eleggeranno i loro rappresentanti, ma questa legge è un imbroglio perchè pensi di votare una cosa e il tuo voto viene dirottato su un’altra. Bisogna che ci facciamo sentire e cerchiamo in tutti i modi di fermarla”, dice Cecilia Guerra, capogruppo Mdp in Senato prima di rientrare in Aula per il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Sale sul palco anche Marco Travaglio, che fa parte del Comitato, e cita il programma elettorale di Renzi: “‘i deputati devono essere scelti tutti nessuno escluso dai cittadini perchè non ci siano mai più larghe intese’… questa promessa gli andrà ricordata in tutte le piazze e in tutte le stazioni, visto che attualmente bazzica i treni”. “Questa mobilitazione deve proseguire e prendere una forma politica, di un progetto culturale di rispetto della democrazia, della Costituzione, delle regole – ha detto Civati -. Questa è la sintesi dell’intera legislatura: una doppia fidudica sulla legge elettorale, già messa sull’Italicum, su una legge incostituzionale. Chiudono una stagione lunga di arroganza del potere, di scelte prese a botte di maggioranza, con sedute-fiume e canguri…”.