E’ salito ad almeno 156 morti il bilancio di una serie di attacchi avvenuti oggi a Sweida, capoluogo dell’omonima provincia nel sud della Siria non lontana dai confini delle alture del Golan, in gran parte annesse a Israele. Il nuovo bilancio è stato fornito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong vicina all’opposizione che conta su una vasta rete di attivisti in tutto il Paese.
“Almeno 62 civili sono tra i morti”, ha detto il direttore dell’Osservatorio Rami Abdel Rahman, riferendo di diverse decine di feriti. “E’ un bilancio record per questa provincia” e uno degli attacchi più pesanti dall’inizio del conflitto scoppiato nel 2011. La provincia di Sweida, totalmente controllata dal regime di Bashar al-Assad, è rimasta relativamente al sicuro dalla guerra in Siria. Ma jihadisti legati all’Isis partiti da un’area desertica nel Nord-est della provincia, hanno preso d’assalto diversi villaggi della regione, secondo l’ong, compiendo attacchi kamikaze.
I jihadisti sono riusciti a conquistare tre villaggi e ora continuano a combattere le forze governative nel tentativo di respingerle “I tre villaggi conquistati sono ancora nelle mani dell’Isis”, ha detto Abdel Rahman. “L’Onu condanna gli attacchi ai civili” a Sweida, ha detto in una dichiarazione il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Ali Zaatari. “Questo nuovo atto criminale dell’Isis conferma la necessità di coordinare gli sforzi della Cmunità internazionale per sradicare questo male universale dal suolo siriano”, ha detto, da parte sua, il ministero degli Esteri russo in una dichiarazione. Questi attacchi, i primi di tale portata condotti dall’Isis da mesi, arrivano quasi una settimana dopo l’inizio di un’offensiva da parte del regime siriano e il suo alleato russo per rimuovere un gruppo jihadista legato all’Isis da una piccola sacca nella vicina provincia di Deraa.