La sonda giapponese Hayabusa 2 atterrata su Ryugu

26 febbraio 2019

Missione compiuta: la sonda giapponese Hayabusa 2 della Jaxa, Agenzia spaziale nipponica, è atterrata con successo sull’asteroide Ryugu a oltre 340 milioni di chilometri dalla Terra. Hayabusa è arrivata nei pressi dell’asteroide nel giugno del 2018, dopo un viaggio di oltre 3 anni. E lo ha raggiunto grazie alla tecnologia italiana; a permettere alla sonda di orientarsi tra le stelle, infatti, è stato uno strumento Star Tracker, una sorta di bussola stellare, costruito da Leonardo-Finmeccanica negli stabilimenti di Campi Bisenzio vicino Firenze. Lo strumento è lo stesso montato anche sul satellite di monitoraggio terrestre Prisma dell’agenzia spaziale italiana che verrà lanciato fra l’8 e il 9 marzo 2019.

Dal suo arrivo nei pressi dell’asteroide, Hayabusa ne ha studiato a distanza le caratteristiche, e ora, dopo l’atterraggio, preleverà dei campioni di terreno che, se tutto andrà come si spera, riporterà sulla Terra dove saranno sottoposti a esami più accurati. Lo farà sparando – alla velocità di 300 m/s, circa 1000 km/h – un minuscolo proiettile di tantalio da 5 grammi. L’impatto con il suolo dovrebbe sollevare una piccola nube di materiale che, complice la bassissima gravità, salirà lungo il tubo della sonda per depositarsi in una delle camere di raccolta. Per sapere se tutto avrà funzionato, bisognerà però aspettare che il “pacco” venga recapitato sulla Terra. Hayabusa dovrebbe ripartire dalla superificie di Ryugu a dicembre 2019. Obiettivo della missione: capire come si sia formato, 4 miliardi e mezzo di anni fa, il Sistema solare e come si siano originati gli asteroidi, studiando in particolare l’eventuale presenza di molecole organiche, i cosiddetti “mattoni della vita”.

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