Forse è la fine di un ciclo. O forse è la naturale stanchezza di una squadra che negli ultimi sei hanni ha vinto due Europei e un Mondiale. La Spagna di Del Bosque saluta Brasile 2014 senza passare il primo turno. Due sconfitte su due gare giocate e il sogno di confermarsi sul tetto del mondo scompare. Un epilogo che in pochi si aspettavano. E forse non è un caso che il dramma si consumi nel giorno in cui Re Juan Carlos abdica a favore del figlio Felipe. Abdica lui e abdicano anche le invincibili Furie rosse.
In realtà stavolta, rispetto alla prima sconfitta con l’Olanda, la Spagna ha qualche rimpianto. Il Cile ha giocato una partita quasi perfetta (due reti con Vargas e Aranguiz), ma la Spagna ha sfiorata più volte la rete. E solo il portiere cileno e la sfortuna l’hanno condannata all’inevitabile eliminazione. Ora si fa piuttosto concreta l’ipotesi che Del Bosque lasci. C’è una squadra da rifondare e far rinascere. A cominciare dalla panchina.