di Paolo Bramante
Cottarelli si è lamentato di non aver avuto la collaborazione che si aspettava e il benservito avuto dal governo fa capire che il suo lavoro non è stato particolarmente gradito. Nelle sue interviste si parlava apertamente del problema delle partecipate, affermando la necessità di chiudere un buon numero di società per risparmiare miliardi di euro. Con l’addio di Cottarelli non si è più parlato delle partecipate, ma l’ISTAT ha appena pubblicato un rapporto in cui ne conta ben 11.024, con un personale impiegato pari a 977.792 persone. Il 25,6% di queste società è partecipato al 100% da enti pubblici, il 29,1% ha una partecipazione pubblica che va dal 50% al 99,9% e il 27,1% ha una partecipazione inferiore al 20%.
Il dato interessante è che di queste oltre 11 mila società, in cui vanno a finire i soldi dei
A livello regionale il maggior numero di partecipate lo troviamo in Lombardia, in cui vi sono il 16,6% delle società finanziate da soggetti pubblici, ma il maggior numero di addetti in queste società sono nel Lazio, dove trovano lavoro il 20,8% di tutti gli addetti. Le società partecipate da enti pubblici dovrebbero avere una finalità pubblica, quindi offrire servizi ai cittadini, il problema è che spesso vengono usate per “sistemare politici o amici”, dare uno stipendio sicuro e magari senza neanche lavorare. In questi anni esempi di malaffare ce ne sono stati parecchi, ma sarebbe ingeneroso generalizzare, quello che bisognerebbe fare è ridurre drasticamente le partecipazioni pubbliche e impostare dei veri controlli affinché queste società non siano solo dei “poltronifici per politici trombati o amici bisognosi”. it.ibtimes.com