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La terapia della speranza, Schumacher portato in giro su una Mercedes

Il 29 dicembre segna un decennio esatto dall’incidente che ha cambiato per sempre la vita di Michael Schumacher sulle nevi di Meribel, quando il leggendario pilota tedesco cadde mentre sciava fuori pista. La sfortuna volle che Schumacher colpisse la testa contro una roccia, subendo un grave trauma cranico nonostante indossasse il casco, e da quel momento la sua vita entrò in un limbo senza tempo e spazio.

Dopo il coma, due interventi alla testa e il ricovero in una clinica svizzera, Schumacher è tornato a casa, ma le notizie ufficiali sul suo stato di salute sono cessate. La moglie Corinna ha descritto Michael come “diverso”, sottolineando che, nonostante le cure ricevute, nulla è più come prima. Questo “Schumi diverso” ha ricevuto le migliori cure possibili, cercando di riportare indietro il vecchio Michael o almeno qualcuno che gli assomigliasse. A dieci anni dall’incidente, le notizie sullo stato di salute di Schumacher rimangono scarse, avvolte nel più stretto riserbo mantenuto dalla famiglia. La villa di Gland, sul Lago di Ginevra, è diventata un fortino impenetrabile, protetto dalla curiosità dei media. Solo pochi amici intimi, come Jean Todt e Luca Badoer, hanno avuto il privilegio di fargli visita.

 

In giro su una Mercedes

 

Recentemente, la Bild ha svelato alcune delle terapie a cui è sottoposto Schumacher. Nella speranza di stimolare il cervello con suoni familiari, il sette volte campione del mondo è stato portato in giro su un’auto Mercedes AMG, un tentativo di riportare alla memoria i suoni familiari legati ai suoi successi nelle corse automobilistiche. Il prossimo 3 gennaio, Schumacher compirà 55 anni, ma da dieci anni la sua vita è congelata in un limbo fuori dal tempo. Le parole di Ralf Schumacher, suo fratello, riflettono l’amaro impatto dell’incidente: “La vita a volte è ingiusta, Michael è stato spesso fortunato nella sua vita, ma poi è successo questo tragico incidente. Grazie a Dio, grazie alle moderne opzioni mediche, si è potuto fare molto, ma niente è più come prima”.

Il figlio Mick, pilota di Formula 1 e collaudatore Mercedes, ha sottolineato come l’incidente abbia cambiato la percezione della vita: “Credo che in questi casi si impari a percepire certi momenti in modo diverso. Impari ad apprezzare le piccole cose. Molte persone si concentrano troppo sulle cose brutte e non abbastanza sulle cose belle che ci sono ancora”. Jean Todt, ex team principal della Ferrari, ha dichiarato che Schumacher non manca, perché “lui, alla fine, c’è.” Todt è uno dei pochi ammessi a Gland e condivide con Schumacher momenti che hanno segnato un’epoca nella Formula 1.

A dieci anni di distanza, il mistero avvolge ancora l’incidente di Meribel. Una recente inchiesta ha sottolineato errori fatali: il fuoripista rischioso di Schumacher e il ritardo nel trasporto in ospedale. Tuttavia, la Procura di Albertville concluse all’epoca che si trattava di una tragica fatalità. Schumacher, oggi a 54 anni, è assistito da una squadra di specialisti 24 ore su 24 nella sua casa svizzera. La sua salute è un segreto gelosamente custodito, e la famiglia combatte contro voci e indiscrezioni che periodicamente emergono sulla stampa tedesca.

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redazione