La tragica morte di Suchir Balaji, la madre chiede giustizia e si appella anche a Musk

Il 26enne ricercatore aveva lavorato per OpenAI, azienda che lasciò lo scorso agosto a causa di divergenze sulle politiche interne

Suchir Balaji

Suchir Balaji

Il 26 novembre scorso, Suchir Balaji, 26 anni, è stato trovato morto nel suo appartamento di San Francisco, negli Stati Uniti. L’ex ricercatore di OpenAI – l’azienda dietro lo sviluppo di ChatGPT – era noto per il suo ruolo di whistleblower e per aver denunciato presunte pratiche scorrette legate all’addestramento dell’intelligenza artificiale della società. La sua morte, classificata dalla polizia come suicidio, è stata accolta con scetticismo dalla famiglia, che ora chiede una riapertura del caso.

Le denunce di Balaji e il suo ruolo in OpenAI

Suchir Balaji aveva lavorato per OpenAI dal 2020 fino all’agosto del 2024, quando lasciò l’azienda a causa di divergenze sulle politiche interne. In un’intervista rilasciata al New York Times nell’ottobre del 2024, Balaji aveva dichiarato che OpenAI utilizzava dati protetti da copyright per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, sollevando dubbi etici e legali sull’operato dell’azienda. Questa denuncia si inseriva in un contesto già complesso, in cui OpenAI è oggetto di cause legali da parte di grandi quotidiani, tra cui il New York Times, per presunte violazioni della proprietà intellettuale.

Prima della sua morte, Balaji aveva intensificato le sue dichiarazioni pubbliche, criticando apertamente il modello di business basato sull’utilizzo di dati protetti e definendo il sistema emergente dell’intelligenza artificiale “insostenibile”. Attraverso il suo blog, aveva cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di un approccio non regolamentato all’IA.

La posizione della famiglia

Poornima Ramarao, madre di Suchir, ha recentemente rilasciato un’intervista a Business Insider, in cui ha espresso dubbi sulle circostanze della morte del figlio. “Era ottimista e felice. Cosa può essere accaduto nel giro di poche ore per portare alla sua morte?”, si chiede la madre, che descrive il giovane come una persona senza segni di turbamento. Suchir aveva sentito la madre al telefono poco prima della sua morte, mostrando entusiasmo per il futuro.

La famiglia ha commissionato una seconda autopsia, i cui risultati preliminari sono stati definiti “atipici”, ma non ancora diffusi pubblicamente. Inoltre, un investigatore privato ha riscontrato segni di colluttazione nell’appartamento, compresi indizi di un presunto “saccheggio” e alterazioni nella scena del crimine. La madre di Suchir ritiene che la polizia di San Francisco non abbia condotto un’indagine sufficientemente approfondita, motivo per cui ha chiesto l’intervento dell’FBI.

Dubbi e implicazioni

La morte di Balaji solleva interrogativi non solo per la sua dinamica, ma anche per il contesto in cui è avvenuta. Balaji era un potenziale testimone chiave nelle controversie legali contro OpenAI. Secondo alcune fonti, era in possesso di documenti cruciali relativi alle pratiche aziendali, e la sua scomparsa ha alimentato teorie secondo cui la sua morte potrebbe essere collegata alle sue rivelazioni.

Poornima Ramarao ha lanciato una campagna pubblica per ottenere giustizia, coinvolgendo figure influenti come Elon Musk e l’imprenditore indo-americano Vivek Ramaswamy. Il CEO di Tesla e proprietario di X ha sostenuto la madre di Suchir Balaji, Poornima Ramarao, nella disputa in corso in relazione alla sua morte. In un post pubblicato su X (ex Twitter), la madre ha dichiarato che la versione ufficiale dei fatti “non conferma” quanto emerso dalle indagini private.

Un passato brillante, un futuro interrotto

La vita di Suchir Balaji è stata caratterizzata da una straordinaria precocità e dedizione alla tecnologia. Già a 13 anni aveva costruito il suo primo computer, distinguendosi per il talento nella programmazione. A soli 17 anni aveva iniziato a lavorare nella Silicon Valley, guadagnandosi un posto di rilievo in un settore altamente competitivo. Tuttavia, negli ultimi mesi, il giovane si era allontanato dalla visione entusiastica dell’intelligenza artificiale, arrivando a considerarla un danno per l’umanità.

Le prossime mosse

La famiglia di Suchir Balaji intende mantenere alta l’attenzione sul caso, sperando che una nuova indagine possa fare luce sulle circostanze della sua morte. “Non sembra una situazione normale”, ha ribadito Poornima Ramarao.

Nel frattempo, il caso continua a destare l’interesse dell’opinione pubblica, ponendo domande cruciali non solo sulla sicurezza dei whistleblower, ma anche sull’etica nell’uso dei dati nell’era dell’intelligenza artificiale.