(foto di Rosellina Garbo) Un’opera da ascoltare e da vedere, con le sontuose scene di Francesco
Zito e Antonella Conte ispirate al Liberty palermitano, ma anche un’opera da annusare grazie al
profumo “Violetta Valéry” che sarà diffuso in sala durante lo spettacolo, ideato in esclusiva dallo stilista
Emanuel Ungaro e creato dal grande “naso” Alberto
Morillas. La nuova produzione de
La traviata, capolavoro di Giuseppe Verdi, debutta domenica 19 marzo alle 20.30 al Teatro Massimo di Palermo (trasmessa in streaming
sulla web tv del Teatro) per poi andare in tournée in cinque città del Giappone dal 14 al 24 giugno. “Fiero di un Teatro che mantiene in vita i laboratori di scenotecnica e delle straordinarie maestranze capaci di costruire un allestimento bello come questo – dice il sovrintendente Francesco
Giambrone - fiero di un teatro sold out quasi tutte le sere dall'inizio della stagione, fiero di un Teatro che torna
in Giappone per una lunga tournée con due opere, fiero di questo cast così interessante, che genera curiosità e che riporta sulle nostre scene un’artista palermitana come Jessica Nuccio e del ritorno di un grandissimo artista come Leo
Nucci.
Fiero di un Teatro che ha saputo rispondere alla crisi scommettendo su se stesso e non ripiegandosi su se stesso”. Sul podio c’è Giacomo Sagripanti, vincitore degli Opera
awards 2016 come miglior giovane direttore d’orchestra e considerato uno dei più interessanti direttori della sua generazione nel panorama internazionale. A lui subentrerà nelle ultime due repliche Ivan
Ciampa, che dirigerà l’opera in Giappone. Regista è l’argentino Mario Pontiggia, che ha interpretato l’opera di Verdi come una critica ai pregiudizi e al perbenismo borghese.
Costumi di Zito, luci di Bruno Ciulli, coreografie di Giuseppe Bonanno, Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del coro Piero Monti. “La chiave di tutto è il senso di colpa – dice Pontiggia – quel
senso di colpa che la società cerca di instillarci, allora come adesso. Verdi, anche lui un non convenzionale per l’epoca, ne è perfettamente consapevole e con quest’opera firma un atto d’accusa alla morale borghese. Questa non è la storia di una donna malata, il cuore dell’opera è il dialogo di
Germont con Violetta e poi di
Germont con Alfredo.
Quanto a Violetta, non è una prostituta come oggi la possiamo intendere, è una donna simile a una geisha, una donna che frequenta i migliori salotti e che ha una sensibilità e una formazione culturale di alto livello”. Le scene sono firmate dal grande Francesco
Zito e da Antonella Conte, e sono un omaggio alla Belle époque di Palermo e ai suoi grandi interpreti: gli imprenditori Florio e
Ducrot e il geniale architetto Ernesto Basile, che realizzò il Teatro Massimo.
“Abbiamo pensato – spiega Zito, che è di origine palermitana – che sarebbe stato bello portare in Giappone un’opera prodotta dal Teatro Massimo che rappresentasse questa grande epoca di Palermo. Nel primo atto la scalinata è ispirata a quella del Villino Florio, nel secondo atto la casa di campagna riproduce fedelmente la serra di Villa
Whitaker, nella scena del ballo il boccascena è decorato da un fregio Liberty tratto da una carta da lettere dell’impresa
Ducrot. E i tappeti sono riproduzioni stampate su moquette di originali di William
Morris.
Per me è un po’ la memoria di una città che non ho conosciuto ma che mi è stata trasmessa dalla mia famiglia”. Protagonista è la palermitana Jessica Nuccio, che ha debuttato come Violetta nel 2011 a La Fenice di Venezia con grande successo e poi nei teatri di mezzo mondo, diretta da Zubin
Mehta, e che per la prima volta è in questo ruolo nel teatro della sua città.
Nel secondo cast la star nascente Zuzana Markova.
Guest star nella recita del
26 la grande Maria Agresta, che farà a Palermo la sua ultima Traviata. In Giappone Violetta sarà
Desirée Rancatore, anche lei palermitana.
Alla prima dell’opera Giorgio
Germont sarà Leo
Nucci, un grande ritorno, che andrà poi in tournée in Giappone (il ruolo nelle repliche successive a Palermo sarà sostenuto da Simone Piazzola e Sebastian
Catana, anche lui in tournée in Giappone).
“Una grandissima produzione – dice Nucci – che rappresenta la grande tradizione dell’opera italiana, diretta magistralmente, straordinaria negli allestimenti. Sono arrivato
qui da Milano, dove ho fatto
La Traviata alla Scala e mi sono sentito subito accolto, a mio agio, dentro a un allestimento meraviglioso che è frutto della migliore sapienza artigianale di questa terra. L’opera lirica?
Un grande patrimonio del Paese, che il mondo ci invidia e che la politica dovrebbe preservare”. René Barbera, giovane artista in ascesa, debutta il ruolo di Alfredo. Nel secondo cast Antonio Poli, che andrà pure in tournée in Giappone. Flora
Bervoix è Piera
Bivona,
Annina è Adriana
Iozzia.
Ma protagonista dell’opera è anche il “profumo di scena” ideato in esclusiva dallo stilista
Emanuel Ungaro, e creato dal
parfumeur Alberto
Morillas. Un profumo che si trasformerà nel corso dell’opera, accompagnando il
corso degli eventi. Nella scena del giardino d’inverno saprà di muschio e di agrumi siciliani, nella scena del ballo acquisterà tonalità sensuali fino a diventare, con la morte di Violetta, profumo di rosa, la mediterranea
T-rose.
“Il profumo – spiega il direttore artistico del Teatro Massimo, Oscar Pizzo - sarà diffuso nell’aria attraverso uno speciale macchinario che lo farà arrivare a tutti gli spettatori.
È la prima volta che questo si fa in un teatro d’opera”. “Il profumo – dice
Emmanuel Ungaro - è stato creato da Alberto
Morillas in collaborazione con le immaginazioni di tutti
coloro che si sono raccolti intorno a questo magnifico progetto, in associazione con tutti coloro che, entusiasti, hanno dato il loro contributo a questa elaborazione olfattiva, complice di un destino che si conclude in tragedia”. [gallery ids="147128,147129,147130,147131,147132"]