La vittoria di Trump e le implicazioni per la difesa europea

La vittoria di Trump e le implicazioni per la difesa europea
8 novembre 2024

La vittoria di Donald Trump nelle elezioni statunitensi potrebbe avere un impatto significativo e potenzialmente destabilizzante sulla sicurezza dell’Europa. Per decenni, il continente ha goduto della cosiddetta “pax americana,” una protezione militare garantita dagli Stati Uniti, soprattutto nell’ambito della Nato, che ha dissuaso minacce esterne, in particolare dalla Russia. Tuttavia, con Trump alla Casa Bianca, crescono le preoccupazioni che l’America possa ridurre il suo impegno nella difesa del Vecchio Continente, specialmente alla luce delle simpatie del presidente per Vladimir Putin e di un’aperta critica agli alleati europei. Gli interrogativi che ne emergono sono fondamentali: fino a che punto l’Europa può continuare a contare sugli Stati Uniti per la propria sicurezza? E cosa comporterebbe un disimpegno americano?

Il dilemma della difesa europea

Luis Simón, direttore del Centre for Security, Diplomacy and Strategy di Bruxelles, è tra coloro che prevedono un’accelerazione verso una maggiore cooperazione europea in materia di difesa, ma sottolinea come ciò possa non essere sufficiente. Il motivo? Le profonde differenze interne all’Unione Europea riguardo alla gestione di una difesa comune e l’incapacità di superare gli ostacoli nazionali. “Le diversità di veduta all’interno dell’UE su come organizzare una vera difesa comune sono sostanziali e profonde,” osserva Simón, e questo ostacola la formazione di una struttura difensiva europea integrata e indipendente.

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La guerra in Ucraina rappresenta, per Simón, il test cruciale per l’Europa: “L’Ucraina è, non voglio dire il cigno nero, ma è il punto su cui c’è più incertezza e la posta in gioco è più alta.” La domanda fondamentale, sottolinea, è “se gli europei possano farcela senza gli Stati Uniti.” La risposta, però, è cupa: “Sono scettico, perché finora non sono stati in grado di farcela nemmeno con il supporto americano.” L’assistenza combinata di Stati Uniti e Unione Europea non è stata sufficiente a bloccare l’avanzata russa in Ucraina, e senza il sostegno statunitense, l’Europa potrebbe trovarsi vulnerabile.

Quale strada per l’Europa?

Secondo Simón, se gli Stati Uniti dovessero optare per un accordo con la Russia per concludere la guerra in Ucraina, l’Europa si troverebbe di fronte a un bivio. Potrebbe scegliere di “esercitare la massima influenza possibile sui contenuti di un eventuale accordo”, provare a sostituirsi agli Stati Uniti nel sostegno all’Ucraina, oppure concentrarsi sull’impedire una simile risoluzione, mantenendo alta la pressione sulla Russia. Tuttavia, qualunque scelta comporterebbe costi elevati e una revisione strategica delle relazioni internazionali dell’Europa.

L’impatto sulla Nato e il nuovo bilateralismo

Un eventuale disimpegno americano avrebbe inevitabilmente conseguenze sull’architettura di difesa della Nato. Simón ipotizza che ciò porterebbe a “relazioni più parcellizzate e meno collettive” tra gli Stati membri, con un’impennata del bilateralismo nelle collaborazioni difensive all’interno dell’Europa. “Penso che probabilmente assisteremo a un’impennata del bilateralismo in termini di cooperazione europea in materia di difesa. È così che a Trump piace operare,” spiega.

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Inoltre, per molti Paesi europei, il valore fondamentale della Nato risiede principalmente nella garanzia della difesa americana: “Per molti europei l’elemento centrale della Nato è che fornisce un meccanismo di garanzia di difesa degli Stati Uniti.” Se gli Stati Uniti decidessero di ridurre il loro ruolo, alcuni membri potrebbero orientarsi verso alleanze difensive bilaterali, piuttosto che fare affidamento su una risposta collettiva dell’Alleanza Atlantica

Una nuova era per la sicurezza europea?

In sostanza, il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per la sicurezza europea, una fase in cui l’Europa sarà chiamata a “ridefinire la propria posizione geopolitica” e a fare i conti con l’eventualità di una difesa comune autonoma. Tuttavia, finché persistono differenze politiche, strategiche e culturali tra i Paesi membri dell’UE, la realizzazione di una difesa europea completamente integrata potrebbe restare un obiettivo lontano.

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