Sulla bara, avvolta da tricolore, c’è una sua foto che ritrae Bruno Gulotta (foto) felice e sorridente. Accanto al feretro due corone floreali, una inviata dalla presidenza del Consiglio del ministro e l’altra dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In prima fila, davanti all’altare, siedono la compagna Martina, che non riesce e trattenere il dolore e più volte scoppia in lacrime, il fratello Lorenzo, le sue due sorelle e gli altri familiari. Non ci sono invece figli, il maggiore di 5 anni e la piccola di 7 mesi. Accanto a familiari e parenti ci sono le autorità civili e militari: il ministro Maurizio Martina in rappresentanza del governo, il presidente della Regione Roberto Maroni, il sindaco di Legnano Giambattista Fratus, il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo e molti altri primi cittadini dei comuni circostanti. Sempre nelle prime file anche diversi suoi colleghi di lavoro, tutti in nera con il logo aziendale. Ma è soprattutto tanta gente comune a gremire la basilica di San Magno nel giorno dei funerali del 35enne rimasto ucciso nell’attentato terroristico di Barcellona davanti alla compagna e a suoi due figli. Troppi per trovare posto all’interno dell’antica chiesa romanica. In molti restano fuori: alcuni sul sagrato, sotto il sole rovente di questo pomeriggio di fine agosto, altri sotto i portici della piazza principale, alla ricerca di un po’ d’ombra. Ed è un lungo e commosso applauso quello che accoglie l’uscita del feretro al termine della cerimonia officiata dal vescovo Franco Agnesi: si accalcano tutti attorno alla bara, a rendere l’estremo addio all’ennesima vittima italiana del terrorismo islamico.