L’afflusso di ispanici spinge la Clinton. Fbi: Hillary non sarà incriminata per email

L’afflusso di ispanici spinge la Clinton. Fbi: Hillary non sarà incriminata per email
6 novembre 2016

Il direttore dell’Fbi, James Comey, ha annunciato che conferma la decisione assunta lo scorso luglio e non incriminerà Hillary Clinton per il cosiddetto “emailgate”. La notizia piomba a due giorni dal voto dell’8 novembre per la presidenza degli Stati Uniti. Un annuncio, quello dell’Fbi, che probabilmente aggiunge benzina alla macchina elettorale della Clinton che viaggia spedita verso La Casa Bianca. O almeno questo è l’obiettivo dell’ex first lady. Intanto, sono gia’ almeno 40 milioni gli americani che hanno votato: hanno approfittato dell’early voting, il voto anticipato, e sono gia’ quasi un terzo del totale dei votanti nel 2012 (andarono alle urne circa 129 milioni di cittadini). Nessuno sa chi sono con precisione ne’ tantomeno come hanno votato e dunque questi numeri vanno presi con estrema cautela. Ma qualche dato si puo’ estrapolare e gli scenari che prefigurano sono in gran parte a favore della candidata democratica, Hillary Clinton. Si puo’ per esempio dire che e’ cresciuta la corsa degli ispanici a votare e il loro massiccio afflusso, per esempio in Arizona, North Carolina, Colorado e Nevada (tutti Stati in cui la vittoria Democratica non e’ scontata) e’ un buon segno per l’ex segretario di Stato. Lo ha rilevato lei stessa visitando alcune comunita’ di immigrati cubani e portoricani sabato in Florida, uno Stato fondamentale per vincere le elezioni. “Stiamo vedendo una spinta enorme, un imponente numero di persone che vanno a votare, rompono record”, ha detto parlando brevemente a Pembroke Pines, prima che la pioggia la costringesse a sospendere il comizio. Prima di salire sul palco, Clinton aveva ringraziato personalmente gli elettori in un centro allestito per il voto anticipato a West Miami.

Di certo, Hillary Clinton e Donald Trump si giocano il tutto per tutto nello Stato chiave della Florida, lo stesso che aveva deciso le elezioni del 2000. La penisola meridionale e soleggiata degli Stati Uniti deve assolutamente essere conquistata dal miliardario repubblicano se vuole evitare che la sua rivale democratica diventi la prima donna presidente degli Stati Uniti. Al termine di una campagna fatta di colpi di scena, insulti, eccessi e scontri verbali fra i più accesi che la storia americana ricordi, l’epilogo di questa folle corsa si avvicina con il candidato repubblicano sorprendentemente più vicino che mai alla vittoria. Secondo il sito web RealClearPolitics, la media dei sondaggi nazionali assegna un vantaggio del 2,3% ad Hillary Clinton (45% contro il 42,7% per Trump) a livello nazionale, e un vantaggio di appena l’1,2% per l’ex First Lady in Florida, Stato chiave che assegna ben 29 grandi elettori a colui fra i due contendenti che la conquisterà. Sia la candidata democratica che il candidato repubblicano hanno speso diversi giorni in Florida durante la campagna, ognuno a corteggiare gli indecisi: il magnate populista conta su legioni di ricchi pensionati nel “Sunshine State”, mentre la moglie Melania cerca di sedurre l’importante elettorato ispanico. “Fra tre giorni vinceremo nel grande Stato della florida e riconquisteremo la Casa Bianca”, ha detto da Tampa il magnate dell’immobiliare.

C’è anche un fuori programma. Trump è stato brevemente evacuato dal Secret Service durante un comizio ieri a Reno, in Nevada ma nessun’arma è stata rinvenuta sul posto e ha ripreso il discorso normalmente. Il Servizio, incaricato della sicurezza del presidente americano e dei candidati alla Casa Bianca, ha riferito che un uomo che aveva gridato “arma” in mezzo alla folla è stato immediatamente arrestato. Ma “nessun’arma è stata trovata” dopo la perquisizione dell’individuo e della zona vicina, ha precisato sottolineando che una inchiesta era in corso per stabilire le circostanze esatte della vicenda. Dopo essere stato messo al riparo, Trump è ritornato applaudito dalla folla e ha dichiarato: “Nessuno ha detto che sarebbe stato facile per noi. Voglio ringraziare il Secret Service”. Le televisioni americane hanno trasmesso le immagini di un uomo atterrato e poi perquisito prima di essere portato via dagli uomini della sicurezza. Di fatto l’uomo, che è stato rilasciato molto presto e si dice repubblicano, ha spiegato alla NBC News che era armato solo di uno striscione con su scritto “I Repubblicani contro Trump”, allusione all’opposizione che il candidato incontra nel suo proprio partito. Ha spiegato di essere stato gettato per terra da dei fan di Trump che lo circondavano e che hanno cominciato a picchiarlo, dandogli dei calci e a soffocarlo prima che qualcuno abbia gridato “arma” facendo scattare l’intervento della sicurezza. In un comunicato diffuso poco dopo l’incidente, il magnate dell’immobiliare ha ringraziato il Secret Service, le forze dell’ordine di Reno e lo Stato del Nevada per la “loro risposta rapida e professionale”. Il candidato repubblicano ha anche ringraziato “le migliaia di persone presenti per il loro eccezionale sostegno”.

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